venerdì 21 giugno 2013

Confermato l’arresto dell’antifascista russo Alexei Gaskarov

Il 19 giugno il tribunale di Mosca ha respinto la richiesta di scarcerazione preventiva per l’antifascista Alexei Gaskarov. Il 28 aprile il giovane è stato prelevato dalla propria abitazione dalle forze dell’ordine e il giorno dopo il tribunale di Basmanny ha convalidato l’arresto fino al 28 giugno. L’accusa è di aver preso parte alla “Marcia dei milioni” il 6 maggio 2012, manifestazione in cui migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro la rielezione di Putin. Il corteo, precedentemente concordato con la questura, è stato bloccato prima del punto d’arrivo da diversi schieramenti della polizia coadiuvata dalle unità speciali, le quali avevano un atteggiamento provocatorio e molto aggressivo nei confronti dei manifestanti. Quando diversi gruppi di attivisti hanno tentato di forzare i blocchi per arrivare nella piazza Bolotnaya, i soldati di O.M.O.N. (Unità speciali antiterrorismo della polizia) hanno iniziato a caricare violentemente, manganellando e dando calci alla gente per terra. Alexei Gaskarov ha provato ad aiutare a rialzarsi da terra un manifestante pesantemente picchiato, ma nel frattempo alcuni agenti l’hanno buttato a terra e iniziato a pestarlo. Nello stesso giorno Alexei ha sporto denuncia per i pestaggi, così prima è diventato indagato e in tarda serata era imputato per violazione della sicurezza pubblica, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Queste accuse erano sostenute da due testimoni: dall’agente conducente del veicolo della polizia e dal suo collega che riprendeva gli scontri, il quale ovviamente non ha nessun video che mostri i fatti riguardanti Gaskarov.

Il 19 giugno i giudici del tribunale di Mosca hanno confermato la sentenza del tribunale di Basmanny, adducendo delle motivazioni assurde, come il fatto che Gaskarov possa mettere in atto complotti, fare pressione sui due testimoni dell’accusa o uscire dal paese in quanto possiede il passaporto per viaggiare all’estero. La difesa ha dimostrato che durante le misure cautelari precedenti ai fatti descritti, Alexei non ha mai tentato la fuga, anzi, ha lavorato regolarmente e ha anche presentato la denuncia per i pestaggi del 6 maggio: tutte queste argomentazioni non sono state prese in considerazione. Inoltre, gli avvocati hanno denunciato il fatto che nel carcere detentivo ad Alexei al posto della soluzione per le lenti, hanno dato un liquido che gli ha causato la perdita della vista per due giorni.

Nel 2010 Gaskarov era stato arrestato e detenuto in via preventiva con accuse di aver organizzato e partecipato al raid negli uffici del Comune di Khimki. L’azione fa parte del quadro di proteste contro la distruzione del bosco di Khimki, al posto del quale il governo vuole costruire un’autostrada. Dopo tre mesi in carcere senza una chiara accusa, Alexei Gaskarov è stato rilasciato. In seguito alla sua assoluzione, Gaskarov è stato preso di mira dal Dipartimento E (anti-estremismo) della Polizia, il quale tenta di far pressione e intimidire l’attivista. Il suo caso è solo uno dei tanti nella Russia di Putin, dove ogni movimento sociale o forma di opposizione va distrutta anche con i mezzi più brutali, ma la domanda da farsi è: quanto può durare questa strategia miope del governo?

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