Il 19 giugno il tribunale di Mosca ha respinto la richiesta di
scarcerazione preventiva per l’antifascista Alexei Gaskarov. Il 28
aprile il giovane è stato prelevato dalla propria abitazione dalle forze
dell’ordine e il giorno dopo il tribunale di Basmanny ha convalidato
l’arresto fino al 28 giugno. L’accusa è di aver preso parte alla “Marcia
dei milioni” il 6 maggio 2012, manifestazione in cui migliaia di
cittadini sono scesi in piazza per protestare contro la rielezione di
Putin. Il corteo, precedentemente concordato con la questura, è stato
bloccato prima del punto d’arrivo da diversi schieramenti della polizia
coadiuvata dalle unità speciali, le quali avevano un atteggiamento
provocatorio e molto aggressivo nei confronti dei manifestanti. Quando
diversi gruppi di attivisti hanno tentato di forzare i blocchi per
arrivare nella piazza Bolotnaya, i soldati di O.M.O.N. (Unità speciali
antiterrorismo della polizia) hanno iniziato a caricare violentemente,
manganellando e dando calci alla gente per terra. Alexei Gaskarov ha
provato ad aiutare a rialzarsi da terra un manifestante pesantemente
picchiato, ma nel frattempo alcuni agenti l’hanno buttato a terra e
iniziato a pestarlo. Nello stesso giorno Alexei ha sporto denuncia per i
pestaggi, così prima è diventato indagato e in tarda serata era
imputato per violazione della sicurezza pubblica, resistenza e violenza a
pubblico ufficiale. Queste accuse erano sostenute da due testimoni:
dall’agente conducente del veicolo della polizia e dal suo collega che
riprendeva gli scontri, il quale ovviamente non ha nessun video che
mostri i fatti riguardanti Gaskarov.
Il 19 giugno i giudici del tribunale di Mosca hanno confermato la
sentenza del tribunale di Basmanny, adducendo delle motivazioni assurde,
come il fatto che Gaskarov possa mettere in atto complotti, fare
pressione sui due testimoni dell’accusa o uscire dal paese in quanto
possiede il passaporto per viaggiare all’estero. La difesa ha dimostrato
che durante le misure cautelari precedenti ai fatti descritti, Alexei
non ha mai tentato la fuga, anzi, ha lavorato regolarmente e ha anche
presentato la denuncia per i pestaggi del 6 maggio: tutte queste
argomentazioni non sono state prese in considerazione. Inoltre, gli
avvocati hanno denunciato il fatto che nel carcere detentivo ad Alexei
al posto della soluzione per le lenti, hanno dato un liquido che gli ha
causato la perdita della vista per due giorni.
Nel 2010 Gaskarov era stato arrestato e detenuto in via preventiva
con accuse di aver organizzato e partecipato al raid negli uffici del
Comune di Khimki. L’azione fa parte del quadro di proteste contro la
distruzione del bosco di Khimki, al posto del quale il governo vuole
costruire un’autostrada. Dopo tre mesi in carcere senza una chiara
accusa, Alexei Gaskarov è stato rilasciato. In seguito alla sua
assoluzione, Gaskarov è stato preso di mira dal Dipartimento E
(anti-estremismo) della Polizia, il quale tenta di far pressione e
intimidire l’attivista. Il suo caso è solo uno dei tanti nella Russia di
Putin, dove ogni movimento sociale o forma di opposizione va distrutta
anche con i mezzi più brutali, ma la domanda da farsi è: quanto può
durare questa strategia miope del governo?
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