Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in queste settimane è
impegnato per l'ennesima volta per far acquistare al comune di Roma la sede di
Casapound, in via Napoleone III. Niente di nuovo se non che proprio in questi
giorni il gruppo di estrema destra è finito di nuovo nel ciclone per un paio di
questioni piuttosto imbarazzanti.
La prima riguarda il vicepresidente di Casapound Italia, Andrea Antonini e Pietro Casasanta, presidente della onlus La salamandra, il gruppo di 'protezione civile' di Casa Pound.
Antonini e Casasanta sono stati infatti rinviati a giudizio per aver aiutato nel luglio 2008 tale Mario Santafede, uno dei cento latitanti più pericolosi d'Italia, legato alla camorra, latitante dal 2004 e con una condanna a 12 anni per traffico internazionale di stupefacenti. Santafede si era presentato agli sportelli del ventesimo Municipio di Roma per avere una carta d'identità avendo come garanti proprio Antonini e Casasanta. Di quel municipio, tra l'altro, Antonini era ed è consigliere. «Siamo parte lesa e vittime di un raggiro», si difende Antonini, che ha diffidato i giornalisti «dall'accostare in modo improprio» il suo nome e quello di Casapound alla vicenda.
Certo è che Santafede ha da anni contatti con l'estrema destra romana e alla fine degli anni '70 fu condannato a otto anni per droga nel processo contro la Banda della Magliana insieme ad ex esponenti dei Nar come Cristiano Fioravanti, Massimo Carminati o Maurizio Lattarulo, nei mesi scorsi salito agli onori della cronaca per la sua consulenza con il Campidoglio.
Ma c'è un'altra questione che in questi giorni coinvolge Casapound e in particolare il suo presunto braccio umanitario, cioè appunto la onlus La salamandra. Fra le varie attività dell'associazione, è emersa quella a favore della popolazione Karen in Birmania, una minoranza etnica dal 1948 in lotta armata per l'indipendenza. Una battaglia, quella del Knla (Karen Nation Liberation Army) che da tempo vede "aiuti" stranieri, spesso non disinteressati visto che la zona è al centro della produzione di anfetamine e del traffico di eroina.
Negli ultimi anni l'estrema destra ha fatto della lotta dei Karen una bandiera e anche Casapound ha sposato la causa con raccolte fondi, tutte in collaborazione con la onlus Popoli, fondata dal veronese Franco Nerozzi. In pochi anni questa 'comunità solidarista', come si definisce, ha fondato un ospedale da campo in un villaggio Karen e distribuisce con medicinali alla popolazione. Attività assolutamente meritoria, se la Procura di Verona non avesse scoperto non si limitava all'ambito filantropico. Secondo le risultanze processuali la Birmania è stato infatti il luogo di addestramento per un gruppo di volontari reclutati dallo stesso Nerozzi per realizzare un golpe nelle Isole Comore, vicino al Madagascar.
Nel computer di Nerozzi i pm trovarono foto che lo ritraevano assieme ad alcuni compagni d'avventura accanto ai mitragliatori, granate, mortai, bombe e grazie anche alle intercettazioni telefoniche si fecero l'idea che le missioni di Popoli fossero una copertura per un campo d'addestramento. Nerozzi, arrestato con l'accusa di terrorismo internazionale, si è sempre proclamato vittima di un equivoco ma alla fine ha patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi. Poi, appena terminato di scontare la pena, ha ripreso l'attività in Birmania. Da qualche anno, come detto, anche col supporto di Casapound. Dal 2008 a oggi - come 'l'Espresso' ha ricostruito - sono almeno quattro le missioni svolte da Casapound in Birmania fra i guerriglieri karen. In un paio di occasioni della delegazione ha fatto parte anche Alberto Palladino detto Zippo, un dirigente del movimento coinvolto negli scontri di piazza Navona, arrestato a fine 2011 per un'aggressione ad alcuni militanti del Pd proprio di rientro dalla Birmania e poi condannato a due anni e otto mesi.
Risale invece al 2010 la partecipazione di Gianluca Iannone, il presidente di Casapound che, entrato clandestinamente in Birmania dalla Tailandia insieme a diversi camerati, per una settimana ha girato per i villaggi Karen insieme a Nerozzi, al colonnello Nerdah Mya e alle sue Black Special Forces.
Nerozzi ha sempre respinto l'accusa di aver fornito armi, equipaggiamento e istruzione militare. Anche in questo caso, tuttavia, le foto sono imbarazzanti. E se fanno sorridere le magliette dei Zetazeroalfa (il gruppo musicale di Iannone) indossate da giovani karen, assai meno bonarie appaiono le marce nella giungla insieme ai guerriglieri, fra ak47, lanciarazzi, m16, fucili di precisione e pistole di vario calibro o gli scatti che ritraggono soldati armati reggere la bandiera di Casapound.
Mentre resta un mistero come sia possibile che le divise nuove di zecca delle Black Special Forces, che combattono nella giungla birmana, abbiano come distintivo il fascio littorio, un simbolo presumibilmente sconosciuto nel sud-est asiatico.
La prima riguarda il vicepresidente di Casapound Italia, Andrea Antonini e Pietro Casasanta, presidente della onlus La salamandra, il gruppo di 'protezione civile' di Casa Pound.
Antonini e Casasanta sono stati infatti rinviati a giudizio per aver aiutato nel luglio 2008 tale Mario Santafede, uno dei cento latitanti più pericolosi d'Italia, legato alla camorra, latitante dal 2004 e con una condanna a 12 anni per traffico internazionale di stupefacenti. Santafede si era presentato agli sportelli del ventesimo Municipio di Roma per avere una carta d'identità avendo come garanti proprio Antonini e Casasanta. Di quel municipio, tra l'altro, Antonini era ed è consigliere. «Siamo parte lesa e vittime di un raggiro», si difende Antonini, che ha diffidato i giornalisti «dall'accostare in modo improprio» il suo nome e quello di Casapound alla vicenda.
Certo è che Santafede ha da anni contatti con l'estrema destra romana e alla fine degli anni '70 fu condannato a otto anni per droga nel processo contro la Banda della Magliana insieme ad ex esponenti dei Nar come Cristiano Fioravanti, Massimo Carminati o Maurizio Lattarulo, nei mesi scorsi salito agli onori della cronaca per la sua consulenza con il Campidoglio.
Ma c'è un'altra questione che in questi giorni coinvolge Casapound e in particolare il suo presunto braccio umanitario, cioè appunto la onlus La salamandra. Fra le varie attività dell'associazione, è emersa quella a favore della popolazione Karen in Birmania, una minoranza etnica dal 1948 in lotta armata per l'indipendenza. Una battaglia, quella del Knla (Karen Nation Liberation Army) che da tempo vede "aiuti" stranieri, spesso non disinteressati visto che la zona è al centro della produzione di anfetamine e del traffico di eroina.
Negli ultimi anni l'estrema destra ha fatto della lotta dei Karen una bandiera e anche Casapound ha sposato la causa con raccolte fondi, tutte in collaborazione con la onlus Popoli, fondata dal veronese Franco Nerozzi. In pochi anni questa 'comunità solidarista', come si definisce, ha fondato un ospedale da campo in un villaggio Karen e distribuisce con medicinali alla popolazione. Attività assolutamente meritoria, se la Procura di Verona non avesse scoperto non si limitava all'ambito filantropico. Secondo le risultanze processuali la Birmania è stato infatti il luogo di addestramento per un gruppo di volontari reclutati dallo stesso Nerozzi per realizzare un golpe nelle Isole Comore, vicino al Madagascar.
Nel computer di Nerozzi i pm trovarono foto che lo ritraevano assieme ad alcuni compagni d'avventura accanto ai mitragliatori, granate, mortai, bombe e grazie anche alle intercettazioni telefoniche si fecero l'idea che le missioni di Popoli fossero una copertura per un campo d'addestramento. Nerozzi, arrestato con l'accusa di terrorismo internazionale, si è sempre proclamato vittima di un equivoco ma alla fine ha patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi. Poi, appena terminato di scontare la pena, ha ripreso l'attività in Birmania. Da qualche anno, come detto, anche col supporto di Casapound. Dal 2008 a oggi - come 'l'Espresso' ha ricostruito - sono almeno quattro le missioni svolte da Casapound in Birmania fra i guerriglieri karen. In un paio di occasioni della delegazione ha fatto parte anche Alberto Palladino detto Zippo, un dirigente del movimento coinvolto negli scontri di piazza Navona, arrestato a fine 2011 per un'aggressione ad alcuni militanti del Pd proprio di rientro dalla Birmania e poi condannato a due anni e otto mesi.
Risale invece al 2010 la partecipazione di Gianluca Iannone, il presidente di Casapound che, entrato clandestinamente in Birmania dalla Tailandia insieme a diversi camerati, per una settimana ha girato per i villaggi Karen insieme a Nerozzi, al colonnello Nerdah Mya e alle sue Black Special Forces.
Nerozzi ha sempre respinto l'accusa di aver fornito armi, equipaggiamento e istruzione militare. Anche in questo caso, tuttavia, le foto sono imbarazzanti. E se fanno sorridere le magliette dei Zetazeroalfa (il gruppo musicale di Iannone) indossate da giovani karen, assai meno bonarie appaiono le marce nella giungla insieme ai guerriglieri, fra ak47, lanciarazzi, m16, fucili di precisione e pistole di vario calibro o gli scatti che ritraggono soldati armati reggere la bandiera di Casapound.
Mentre resta un mistero come sia possibile che le divise nuove di zecca delle Black Special Forces, che combattono nella giungla birmana, abbiano come distintivo il fascio littorio, un simbolo presumibilmente sconosciuto nel sud-est asiatico.
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