venerdì 5 luglio 2013

Lo chiamavano Eccidio. Per noi fu giusta rappresaglia Partigiana!



Stiamo parlando del cosiddetto "eccidio" di Schio avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 luglio 1945 (due mesi dopo la fine della guerra) a Schio (Vicenza) da un gruppo formato da ex partigiani della Divisione garibaldina "Ateo Garemi" ed agenti della Polizia ausiliaria partigiana (istituita alla fine della guerra e composta da ex partigiani).

Schio, nella provincia di Vicenza, aveva pagato cara l'opposizione al fascismo da parte di molti suoi abitanti durante la Seconda guerra mondiale. In quella zona, gli occupanti nazisti e i loro alleati fedeli a Mussolini repressero l'antifascismo in modo particolarmente feroce (uomini, donne e bambini non vennero risparmiati dalla ferocia fascista e nazista). Inoltre, la zona divenne un punto di raccolta di truppe tedesche verso la fine del conflitto, provocando fortissime tensioni con la popolazione ed innumerevoli violenze (sempra causate dall'ignoranza nera, tratto fondamentale e colonna portante di un pensiero nazional-popolare bieco ed assassino).

Tra le molte ingiustificate uccisioni perpetrate dai nazisti e dai logo cagnolini fascisti ricordiamo la giornata del 14 aprile 1945, quando le Brigate Nere arrestarono il partigiano Giacomo Bogotto, lo torturarono, gli cavarono gli occhi e forse lo seppellirono ancora vivo. La sua salma sarà riesumata il giorno dopo la Liberazione di Schio, il 30 aprile, davanti agli occhi di una popolazione sconvolta ed inferocita.

A maggio, poi, arrivano le notizie della strage di Pedescala: 82 civili innocenti uccisi dai tedeschi in ritirata, come rappresaglia di un attacco effettuato dai partigiani mentre i tedeschi fuggivano. Gli abitanti della zona tentano di farsi giustizia da soli e solo l'intervento del comando alleato limita le vittime fasciste a pochi individui.

Ultimo atto (preferiamo fermarci qua per non dover scrivere un libro intero!) che mostra chiaramente la cattiveria e ferocia fascista/nazista: il 27 giugno William Pierdicchi, unico sopravvissuto dei 14 antifascisti di Schio deportati a Mauthausen-Gusen e Dachau a causa delle delazioni degli aderenti alla RSI, rientrò in città in uno stato miserabile, ridotto al peso di 38 chili, suscitando un forte moto di rabbia popolare: il giorno dopo un'enorme folla si radunò nella piazza principale del paese chiedendo giustizia.

Nella zona di Schio era stata attiva durante la Resistenza, la Divisione Garibaldi "Ateo Garemi", di orientamento naturalmente e fieremente Comunista. Alla fine della guerra le formazioni partigiane ebbero l'ordine di consegnare le armi e di smobilitare. La maggior parte dei partigiani eseguirono l'ordine, ma una parte di essi che aveva lottato non solo per cacciare lo straniero, ma assai più per arrivare ad un nuovo ordine sociale in Italia, mostrò a ragione molta reticenza. A Schio nel maggio del 1945 il potere civile era tenuto dal locale CLN e dal nuovo consiglio comunale da esso nominato. Sindaco era un comunista: Domenico Baron. Il potere militare era detenuto dall'esercito alleato, da reparti dell'esercito Italiano, da pochi Carabinieri della locale stazione e da uomini delle ex-Brigate Garibaldi ingaggiati nella Polizia ausiliaria partigiana per il mantenimento dell'ordine pubblico.

Dopo aver subito per più di 20 anni ogni tipo di soprusi ed angherie, un reparto di partigiani della brigata garibaldina, comandato da Piva Igino e Bortoloso Valentino (nomi di battaglia "Romero" e "Teppa"), irruppe nella notte del 6 luglio nel carcere della città e prelevò 99 detenuti fascisti dal carcere.
L'evento ebbe grande risonanza non solo nazionale, ma internazionale e resta soltanto da notare che all'indomani dell'evento il Partito Comunista Italiano (ormai già avviato sulla via del revisionismo e del democretinismo), condannarono l'accaduto in quanto la guerra era già finita da nove settimane e si sarebbe dovuto attendere l'inchiesta sulle responsabilità individuali delle persone arrestate. Nascondendosi dietro un paravento di carta velina, anche L'Unità aveva definito i responsabili dell'eccidio come "provocatori trotskisti".
Nel 1946 il Ministro (sedicente comunista) Palmiro Togliatti fece approvare una amnistia a favore dei crimini di guerra, di cui beneficiarono migliaia di fascisti e collaborazionisti ma anche gli autori degli eccidi e di moltissimi altri casi simili di giustizia sommaria, mandando all'aria il repulisti nazionale assolutamente necessario a proteggere la Repubblica Italiana, basata e fondata sulla democrazia Antifascista (e i figli e nipoti di quei fascisti amnistiati ce li ritroviamo tutt'oggi ancora in giro).

C'è da aggiungere per dovere di cronaca che recentemente il fatto di Schio è stato riportato alla ribalta dai libri di Giampaolo Pansa sulla Resistenza e di Massimo Caprara, già segretario di Palmiro Togliatti e successivamente aderente a Comunione e Liberazione (e questo solo per farvi capire che razza di "comunisti" infestavano il Partito Comunista Italiano!!!).

Resta inteso che i morti sono morti. Che dispiace che anche alla fine del conflitto ci siano state delle uccisioni e rappresaglie. Ma non ci sentiamo di condannare nessuno. Assolutamente no! Per quante famiglie hanno pianto e sofferto, hanno visto uccidere con ferocia assassina il marito, la moglie, i parenti o peggio ancora i figli (piccoli o piccolissimi!). La rappresaglia ci stava. L' "eccidio" di Schio non fu un eccidio, ma una giusta rappresaglia Partigiana contro i mostri fascisti che hanno tradito, martoriato, svenduto ed ucciso il popolo italiano.





3 commenti:

  1. Una verità che brucia il pregiudizio ideologico di molti, troppi soggetti che hanno costruito fortune e ricchezze grazie ad una costituzione che nega arbitrariamente l'esistenza di una sola ideologia, di una sola forza politica, di un solo partito politico.
    La pacchia è finita: andate a cercarvi un lavoro, uno vero.
    E la chiamano democrazia, e si definiscono dei democratici ....
    Facile vincere politicamente avendo ucciso nella culla il proprio avversario.
    Ma ora fate i conti con il mondo intero, che chiede ai paesi viziosi di sbarazzarsi delle costituzioni antifasciste, forse mettendo anche in relazione l'antifascismo con l'essere viziosi piuttosto che virtuosi.
    http://www.ilcittadinox.com/blog/paesi-viziosi-sbarazzatevi-delle-costituzioni-antifasciste.html
    Gustavo Gesualdo
    alias Il Cittadino X

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  2. Non capiamo francamente da che parte sta Lei sig. Gustavo Gesualdo: se dalla parte del popolo italiano che ha sofferto o dalla parte degli aSSaSSini.
    Ma il Suo commento ci pare fuori luogo, fazioso ed intriso di un pensare che sicuramente non è Antifascista.
    Per l'attacco alle costituzioni Antifasciste avanzato da Morgan ci stiamo attrezzando, non se ne preoccupi.

    Linea Rossa

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  3. Sono i tipi come gustavo che sguazzano nelle falle aperte del revisionismo. Anche l'Anpi di Schio si è alleata con gente che fino al giorno prima esponeva i gagliardetti della Xmas: il documento della "concordia" firmato da Busetto ha delle frasi ignobili verso i partigiani. Tra parentesi i responsabili del cosiddetto "eccidio" sono stati tutti condannati, chi all'ergastolo e chi alla pena di morte, ma non un fascista responsabile di massacri, torture e deportazione di ebrei ha fatto un giorno di galera. Forse perchè i partigiani erano comunisti?

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