martedì 27 novembre 2012

Un coglione chiamato Saya



Per la serie "se li conosci li eviti"…o per meglio dire "se li conosci li puoi distruggere", dal sito www.destranazionale.org, il curriculum di un deficiente matricolato, perverso, minorato mentale e pericoloso criminale.

"Gaetano Saya nasce a Messina nel 1956, cresciuto dal nonno Matteo Francesco Gesuino, che aveva servito nel Regio Esercito ed era stato presente alla marcia su Roma, il quale gli aveva inculcato l'amore per la Patria ed il rispetto del fascismo". Così, sul sito www.destranazionale.org, si presenta Gaetano Saya, uno degli arrestati tempo fa nell’ambito dell'inchiesta sulla "Polizia parlallela" della Questura di Genova.  Nel sito Saya esibisce anche alcune sue foto giovanili, in divisa da poliziotto, una mentre regge l'ombrello che protegge l'allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini, un biglietto di «stima e solidarietà» di Licio Gelli. "Fin da giovanissimo simpatizza per il Movimento Sociale Italiano/Destra Nazionale e nel 1970 appena quattordicenne partecipa alle giornate di Reggio Calabria, a diciotto anni si arruola nel disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, dopo l'addestramento e una breve permanenza, viene ingaggiato dai Servizi Segreti della N.A.T.O. esperto in ISPEG (Informazioni, Sabotaggio, Propaganda e Guerriglia), controspionaggio e antiterrorismo. Raggiunti i massimi livelli si congeda nel 1997. Cooptato nel 1975 dal Generale Giuseppe Santovito, allora Capo del SISMI, viene iniziato in una Loggia Massonica riservata; da Apprendista di primo grado in breve diviene Maestro Venerabile della Loggia Divulgazione 1a carattere internazionale. Nel Novembre 1997, viene citato come principale teste d'accusa della Procura della Repubblica di Palermo, nel processo contro Giulio Andreotti dove Gaetano Saya accusa Andreotti di essere il mandante dell’omicidio del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa; verità rivelatagli dal Generale ed amico fraterno Giuseppe Santovito. Congedatosi dai Servizi, e messosi in sonno Massonico, decide insieme ad un gruppo di provata fedeltà di dar vita al movimento politico, voluto da Almirante ed iniquamente soppresso, Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale. Gaetano Saya diviene così il capo assoluto di questa formazione politica. Laureato in Legge e Scienze Politiche, Cavaliere dell’Ordre International de la Paix. Il primo Dicembre 2002 in Milano è stato nominato Presidente onorario dell’ U.N.F.P. (Unione Nazionale Forze di Polizia), il primo sindacato di Polizia interforze. Di recente ha assunto la Direzione Generale dell’Ente denominato: Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo - Interforze di Polizia in funzione Antiterrorismo Islamico".
 


Cosa si prefiggie questo sodomita? Proteggere l’Italia dalle invasioni dei “nuovi barbari”, ovvero dagli immigrati, e costringere tutti gli stranieri arrivati nel nostro Paese, a partire dal 1977, ad abbandonarlo. E’ il compito che il Partito nazionalista italiano (PNI), una formazione neofascista creata nel 2009 da Gaetano Saya, leader del MSI – Destra nazionale e ideatore delle “ronde nere” e della Guardia nazionale – attribuisce alle neonate “legioni per la sicurezza e la difesa della Patria”. Un progetto, quello delle ronde, che Saya, un ex massone già noto alle cronache per aver creato un servizio segreto parallelo, non ha mai abbandonato.



Il “programma per la liberazione dell’Italia” è articolato in 25 punti e prevede, tra le altre cose, “l’immediata uscita dell’Italia dall’Unione Europea” (articolo 2) . Possono essere cittadini italiani solamente “i connazionali di sangue italiano” e, a tal proposito, “si dovrà impedire ogni nuova immigrazione di non-italiani” (articolo 8). I nazionalisti chiedono, inoltre, “che tutti i non-italiani che sono immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977 vengano costretti a lasciare immediatamente il territorio nazionale”. Altri punti prevedono la “statalizzazione di tutte le imprese e gli istituti di credito e delle industrie” e l’introduzione della pena di morte per “gli usurai, i profittatori e i politicanti” (di chiara matrice non fascista, aggiungiamo noi). Ce n’è anche per i giornalisti: l’articolo 23 mira a creare una stampa italiana, attraverso l’assunzione di redattori e collaboratori “connazionali”; tutti i giornali non italiani, invece, “devono ottenere, per essere pubblicati una espressa autorizzazione dello Stato e devono venire stampati in lingua italiana”. Il programma del partito (nel quale le donne non possono ricoprire alcun incarico) si conclude con l’impegno, da parte dei suoi dirigenti, a “lottare a fondo, se necessario esponendo la propria vita, per l’attuazione di questi punti”.



Dulcis in fundo, vogliamo farvi ridere (o piangere a seconda dei casi) riportandovi anche il giuramento ufficiale del partito di questo "pataccaro" nostalgico:
“Io….liberamente e spontaneamente prometto e giuro di non tradire mai i principi dell’ideologia a cui oggi solennemente aderisco. Giuro di proteggere, difendere e servire la mia Patria, l’Italia, e con essa tutti gli Italiani. Giuro fedeltà e obbedienza e di  eseguire gli ordini del nostro Capo, e di tutti i Capi da Lui indicati, e di servire con tutte le mie forze, e se necessario con il mio sangue, lo Stato Italiano. Per il bene dei nostri fratelli, dei nostri figli e della nostra grande Nazione, lotterò fino alla morte, affinché non prevalga più l’ombra del male su di noi. Dio, fa che non tema il mio nemico, sarà il mio nemico a dovermi temere, perché mosso da questo sacro compito. Guida i miei passi con la Tua mano, e fammi osare laddove mi sembra irraggiungibile. E che tutto ciò si avveri con l’aiuto di DIO

A Saya…ma vattene affanculo!!!

Per saperne di più (se fino ad ora non avete ancora raggiunto il vomito), vi rimandiamo al sito del Partito Marxista-Leninista Italiano (PMLI):



A questo punto, per lavare via ogni impurità, ci vuole del sano antifascismo partigiano.


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