martedì 11 dicembre 2012

Terribili sevizie a Vezzo di Gignese (era l’ 11 dicembre 1944)



Caduto: Murdaca Giorgio (nome di battaglia “Sergio”)

Il "battaglione Peppino" della "18ma brigata Servadei opera, in modo particolare, nel Vergante, sull'uno e l'altro versante del Mottarone. Il battaglione si regge su numerosi nuclei e pattuglie "volanti" per godere di maggiori possibilità di movimento e di manovra e sfuggire, più agevolmente, alla caccia del nemico. Non è comunque sempre facile e possibile sfuggire ad una caccia condotta in continuazione, senza respiro, per venti, trenta giorni da unità speciali anti-guerriglia. La stanchezza, la fame e ora anche il freddo costringono a soste in località ed in rifugi poco sicuri.
Una squadretta partigiana, il mattino dell'11 dicembre, fa sosta in un cascinale che si affaccia su Vezzo, una piccola frazione di Gignese. A Giorgio Murdaca "Sergio", un diciottenne che arriva da Cremona, viene affidato il compito di sentinella. Il giovane, accorgendosi del sopraggiungere dei tedeschi, dà l'allarme sparando raffiche di mitra verso l'avanguardia nemica. Pur rimanendo ferito dalle raffiche sparate dal nemico in risposta alle sue, non si arrende e continua a sparare finché rimane senza munizioni. Il coraggio e la generosità del giovanissimo Murdaca ritardano l'avanzata del nemico e danno la possibilità ai compagni di togliersi dalla pericolosa situazione.
Il comandante della squadra "Gangi" nel rapporo serale dice "Ancora in vita, Giorgio viene mutilato di un occhio, con una pugnalata viene evirato e, quindi, finito a colpi di moschetto sul cranio. Infine viene gettato nel fuoco della cascina incendiata". Il certificato di perizia medica conferma quanto asserito da "Gangi".
Quanto sopra non deve farci dimenticare quanto ignobile è il pensiero e l’agire fascista. 

Non dobbiamo mai dimenticare! 

Antifascismo militante sempre!



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