lunedì 10 dicembre 2012

Oggi ricordiamo...i martiri di Cavaglio-Cavaglietto (10/16/17 dicembre 1944)



Caduti: Provera Pier Angelo, Migliavacca Carlo, Fatti Claudio, Garzulano Luciano, Tara Ettore

Subito dopo l'8 settembre, mentre il fascismo si mimetizza, almeno per qualche giorno, il Paese comincia a dare rifugio agli ex militari che lasciano le caserme, a dare loro vestiti civili, a organizzare la raccolta di viveri, vestiario, medicinali per gli "sbandati". Cavaglio è uno dei primi centri dell'organizzazione resistenziale. Alfredo Di Dio è uno dei primi a presentarsi a Carletto Leonardi (una delle più belle figure dell'antifascismo novarese) ricevendone indicazioni e aiuti per dare vita al primo gruppo partigiano, in Valstrona. Cavaglio d'Agogna, la sua brughiera, i suoi boschi e le sue colline ospitano, senza soluzione di continuità, i partigiani garibaldini.
La brigata garibaldina "Osella" ha, quasi costantemente, nella zona di Cavaglio d'Agogna e di Cavaglietto, un proprio reparto, il battaglione " Ranzini" il cui comandante nel dicembre del ‘ 44 è Giuseppe Scacchi
In zona operano pure reparti della "Volante Loss" agli ordini di Arrigo Gruppi "Moro". Il 10 dicembre, a seguito di un tragico incidente, il battaglione "Ranzini" perde il diciassettenne novarese Pier Angelo Provera.
In zona gli scontri sono frequenti e ciò particolarmente nel dicembre 1944. La "squadraccia" del boia Martino e le brigate nere, che prendono stanza a Novara, si alternano nei rastrellamenti che, di norma si concludono con saccheggi, distruzioni e prelevamento di ostaggi e, sovente con assassinii.
Questa volta lo scontro ha inizio nei pressi della cascina "Aurora". Un piccolo reparto della brigata "Osella" sta per essere sopraffatto da un grosso reparto nemico, quando il comandante della squadra garibaldina, il ventunenne novarese Luciano Garzulano, e altri compagni, il trentenne Claudio Fatti, novarese della frazione Lumellogno ed Ettore Tara di Carpignano Sesia, escono allo scoperto e tengono duro sparando in continuazione finché il resto della squadra riesce a tirarsi fuori dalla disperata situazione. I tre partigiani cercano allora di raggiungere il bosco, ma sono ormai al termine delle munizioni e cadono abbattuti dalle raffiche dei mitra nazifascisti. Nel corso del rastrellamento, che si è protratto per tre giorni, cade anche il partigiano garibaldino Carlo Migliavacca.

Motivazione Medaglia D'argento al Valor Militare a Luciano Garzulano
Comandante di plotone partigiano, ricoverato in ospedale per precedente ferita in combattimento, raggiungeva ancor febbricitante con un braccio ingessato il proprio reparto impegnato contro preponderanti forze nemiche. Dopo tre giorni di duri combattimenti restava in zona con altri due partigiani per assicurare lo sganciamento del plotone. Nella generosa azione cadeva per la libertà della Patria.
Brughiere di Cavaglio, 29 dicembre 1944.

Motivazione Medaglia Di Bronzo al Valor Militare a Claudio Fatti
Comandante di distaccamento partigiano, predisponeva con cura, nella imminenza di un rastrellamento nemico, in particolare per la Resistenza od oltranza. Dopo due ore di violento combattimento, visto il suo reparto incalzato da preponderante avversario, ordinava il ripiegamento rimanendo a proteggerne con il fuoco della sua arma lo sganciamento. Circondato dal nemico , anziché arrendersi, continuava l'impari lotta, immolando la vita per la libertà della Patria.
Brughiere di Cavaglio d'Agogna, 16 dicembre 1944.

 

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