Caduti: Beldi G. Carlo, Bertolotti Luciano, Del
Grande Marino, Espositi Cesare, Massa Savino, Poletti Remo, Signorelli
Pierino Carlo, e i civili Andorno Luigi, Bolchini Carlo, Gaboli Antonio,
Giannuso Antonio, Maffioli Isacco, Ramazzotti Gaudenzio, Ramazzotti
Giovanni, Ramazzotti Luigi.
Nella larga fascia di territorio compresa nel
quadrilatero Arona-Grignasco-Briona-Bellinzago operano numerosi reparti
garibaldini. Sono reparti della brigata "Nello", della "
Volante Loss", della " Pizio Greta", della "Servadei",
attivissimi dal maggio-giugno del 1944, in pianura e in collina nelle
azioni di disturbo, nelle azioni di guerriglia che danno filo da torcere
alle colonne nazi-fasciste dirette verso l'Alto novarese e la Val Sesia.
Il 10 e il 13 dicembre numerosi reparti nazifascisti
partono dalle località limitrofe al comando del famigerato fascista
borgomanerese Roncarolo, si dirigono verso Vaprio d'Agogna e Suno. Nella
sera del 13 ci sono i primi scontri che all'alba del 14 si fanno più
intensi. I partigiani danno prova di aver appreso l'arte della
guerriglia e portano disorientamento nelle file del nemico che è
costretto a segnare il passo. "Walter", "Lince",
"Fulvio", "Edo", con i loro uomini non danno tregua al
nemico affrontandolo con decisione e facendogli trovare il vuoto nel
contrattacco. Nel corso della giornata arriva a dare man forte ai
nazifascisti il treno blindato.
"Fiamme fumo, boschi e case bruciano,
mentre" ricorda Moscatelli "un po' dovunque si
susseguono gli scontri. Si combatte a Vaprio d'Agogna, a Bogogno, a
Divignano, a Suno, a Mezzomerico".
Dal rapporto del comandante di un battaglione della
"Servadei" si apprende che mentre alcune squadre prendono
posizione nelle vicinanze di Agrate, altre squadre vengono "inviate
verso la Cascina Cordona per controllare eventuali puntate da Mezzomerico,
Mottoscarone, Montecchio. Verso mezzogiorno un centinaio di fascisti
provenienti da Borgoticino raggiungono Conturbia e si sistemano a difesa
del Castello".
Sull'imbrunire, squadre della "Volante Loss"
dopo una positiva azione per far tacere la mitragliatrice del Castello,
nel tentativo di ripiegamento verso Divignano vengono affrontate dal
nemico appostato nella boscaglia che intima la resa. I garibaldini
rispondono con un improvviso e deciso attacco e dopo ripetuti assalti
costringono i nazifascisti ad abbandonare la posizione.
Dall'una e dall'altra parte le perdite sono gravi.
Quattordici partigiani catturati nel corso del combattimento vengono
inviati nei campi di eliminazione. Ma ancora una volta la rabbia
nazifascista si scatena contro la popolazione civile di Suno e di Vaprio d'Agogna:
è una feroce caccia all'uomo.
Viene riportato nel racconto del "Furiere"
pubblicato dalla Stella Alpina il 30/11/1945: i nazifascisti
sparano su tutti e tutto, il saccheggio precede la distruzione delle case
e di cascinali
.
Ma finita la battaglia si ricompongono le formazioni
partigiane. E si ricostituiscono più forti i centri di solidarietà con i
partigiani: civili e partigiani più uniti di prima nella lotta contro i
feroci oppressori.
ONORE E GLORIA ALLE BRIGATE PARTIGIANE CHE HANNO COMBATTUTO PER LA LIBERTA'!
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