Come noto quasi a tutti dietro la sigla di Lealtà azione
opera da tempo in Lombardia il circuito degli Hammerskin, una rete
internazionale di ispirazione neonazista, formatosi a metà degli anni Ottanta
negli Stati Uniti a seguito di una scissione dal Ku Klux Klan. L’idea di
coprirsi dietro questo paravento è stata escogitata per diversi motivi, prima
di tutto per evitare di essere immediatamente individuati e tentare qualche
aggancio con il mondo giovanile più srpvveduto, ma soprattutto poter usufruire
delle indispensabili coperture da parte della destra istituzionale, soprattutto
degli ex di Alleanza nazionale, riferimento principale l’onorevole Paola
Frassinetti (fascistella della prima ora….).
Alla storica sede di Bollate (MI), la cosiddetta Skinhouse, che rivendica senza infingimenti la propria natura Hammer, si sono così aggiunte nel giro di poco più di un anno altre tre sedi (a Milano, Monza, Magenta e Lodi), tutte aperte come Lealtà azione.
«I lupi sono arrivati», questo era il titolo della locandina pensata per l'inaugurazione della sede di Monza, il 22 settembre 2011, in via Dante 5, in pieno centro, a pochi metri dalla sede della Cisl, salutata con favore dal presidente della provincia Dario Allevi (Pdl). Sarà un caso, ma l'idea dell'“uomo lupo” rimanda all'organizzazione del “lupo mannaro” (Werwolf), costituita sul finire della seconda guerra mondiale dalle SS e animata dai giovani della Hilterjugend per condurre azioni di sabotaggio e guerriglia nei territori occupati dagli Alleati. Un piccolo tragico mito tutto interno all'immaginario dell’estrema destra nazionalista.
Ma da qualche mese all’interno di Lealtà azione, questa la novità, si sono prodotte alcune profonde spaccature. Da una parte, stante la crisi del Pdl, si è schierata (dopo la “cacciata” di Stefano Del Miglio) la maggioranza del nucleo milanese favorevole ad allacciare rapporti più stretti con la Skinhouse, dall’altra chi vorrebbe invece proseguire la propria attività sotto "la cappella" degli ex An.
Alla storica sede di Bollate (MI), la cosiddetta Skinhouse, che rivendica senza infingimenti la propria natura Hammer, si sono così aggiunte nel giro di poco più di un anno altre tre sedi (a Milano, Monza, Magenta e Lodi), tutte aperte come Lealtà azione.
«I lupi sono arrivati», questo era il titolo della locandina pensata per l'inaugurazione della sede di Monza, il 22 settembre 2011, in via Dante 5, in pieno centro, a pochi metri dalla sede della Cisl, salutata con favore dal presidente della provincia Dario Allevi (Pdl). Sarà un caso, ma l'idea dell'“uomo lupo” rimanda all'organizzazione del “lupo mannaro” (Werwolf), costituita sul finire della seconda guerra mondiale dalle SS e animata dai giovani della Hilterjugend per condurre azioni di sabotaggio e guerriglia nei territori occupati dagli Alleati. Un piccolo tragico mito tutto interno all'immaginario dell’estrema destra nazionalista.
Ma da qualche mese all’interno di Lealtà azione, questa la novità, si sono prodotte alcune profonde spaccature. Da una parte, stante la crisi del Pdl, si è schierata (dopo la “cacciata” di Stefano Del Miglio) la maggioranza del nucleo milanese favorevole ad allacciare rapporti più stretti con la Skinhouse, dall’altra chi vorrebbe invece proseguire la propria attività sotto "la cappella" degli ex An.
I primi si riconoscono in Alpha, ovvero Giacomo Pedrazzoli, il loro leader,
ripetutamente condannato per lesioni gravi e porto illegale di armi. Qualche
esempio? Questo neo-nazista ha aggredito e ferito a coltellate, nell’aprile
2002 in un’area di servizio a Pero, un giovane “colpevole” di leggere il
quotidiano «il manifesto» (cosa avrebbe fatto se avesse visto me con "Il
Bolscevico" e "Scintilla" sotto il braccio???). Il 7 agosto 2004
poi, sui Navigli a Milano, ha assaltato insieme a una banda di una trentina di
teste bacate (oops…rasate!), un gruppo di giovani dei centri sociali. Nel corso
di questa ignobile impresa di chiara matrice fascista (del tanti contro pochi), infatti, il Pedrazzoli (da bravo
deficiente) perse sul posto la sua patente e la carta d’identità. I feriti,
tutti da arma da taglio, furono sei. Uno rimase a lungo in prognosi riservata
subendo due delicati interventi chirurgici.
Il secondo schieramento all’interno di Lealtà azione, tra loro la gran parte dei monzesi, si sta mostrando, invece, più attento alle evoluzioni politiche. Guarda alle scelte de La Destra, ma soprattutto a quelle degli ex An. Stefano Del Miglio (lunghissimo anche il suo curriculum criminale), dal canto suo, dopo essere stato emarginato, ha raccolto una ventina di seguaci (con lui Giuseppe Locatelli) e ha fondato una nuova associazione, apparentemente ambientalista con accenni di finta solidarietà, I lupi delle vette. Da ridolini, in questo caso, il tentativo di mimetismo. Una foto, alla loro prima uscita, li ha ritratti addirittura in posa con golfini da impiegati, giacca e cravatta!
Finito subito anche l’approccio tentato con Casa Pound Milano. Non sono stati presi neanche in considerazione come possibili interlocutori, nonostante la propaganda fatta a favore della manifestazione nazionale del 24 novembre scorso e il nuovo profilo da sinceri escursionisti sul modello delle associazioni collaterali tanto care a Casa Pound. I lupi delle vette ostentano, infatti, un logo con tanto di lupo sullo sfondo di cucuzzoli tricolori. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda che, e ne siamo sicuri, ci lascierà a bocca aperta e nel contempo ci farà fare un sacco di risate per questa ennesima tragi-comica impresa neo-nazista!
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