Nacque a Torino il 27 marzo 1925 in una famiglia di immigrati, provenienti dalla Puglia; operaio nelle fabbriche cittadine, proseguì gli studi nelle scuole serali. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruolò in aeronautica, dove rimase fino all'8 settembre 1943, data in cui venne annunciato l'Armistizio di Cassibile, firmato il giorno 3.
Dopo l'8 settembre lasciò la caserma per non essere catturato dai nazisti e si rifugiò nelle montagne piemontesi, dove si aggregò ad una delle prime bande partigiane, a Boves, guidata da Ignazio Vian. Dispersa la formazione a seguito di un vasto attacco delle unità SS di Joachim Peiper, che tra l'altro effettuarono un eccidio proprio a Boves, tornò a Torino, dove si arruolò nei GAP di Giovanni Pesce.
Il 17 maggio 1944, insieme ai compagni Pesce, Bravin e Valentino, effettuò un attacco ad una stazione radio sulla Stura, che disturbava le comunicazioni di Radio Londra; prima di farla saltare, il commando gappista, disarmò e graziò i nove militi che la presidiavano con la promessa che non avrebbero dato l'allarme. I gappisti tuttavia furono traditi e sorpresi da un reparto nemico. Nello scontro vennero tutti feriti, Bravin e Valentino verranno catturati ed in seguito impiccati, il 22 luglio a Torino insieme a Vian, nel frattempo anch'esso catturato. Tuttavia Pesce riuscì a portare in salvo Di Nanni, ferito gravemente da sette proiettili al ventre, alla testa e alle gambe, portandolo prima in una cascina e poi nella base di via San Bernardino 14 a Torino. Qui verrà visitato da un medico antifascista che ne consiglierà l'immediato ricovero in ospedale. Pesce, allontanatosi per organizzare il trasporto, al suo ritorno vide la casa circondata dai fascisti e dai tedeschi, avvertiti da una spia.
"Ora tirano dalla
strada, dal campanile e dalle case più lontane. Gli sono addosso, non gli
lasciano scampo. Di Nanni toglie di tasca l'ultima cartuccia, la innesta nel
caricatore e arma il carrello. Il modo migliore di finirla sarebbe di
appoggiare la canna del mitra sotto il mento, tirando il grilletto poi con il
pollice. Forse a Di Nanni sembra una cosa ridicola; da ufficiale di carriera. E
mentre attorno continuano a sparare, si rovescia di nuovo sul ventre, punta il
mitra al campanile e attende, al riparo dei colpi. Quando viene il momento mira
con cura, come fosse a una gara di tiro. L'ultimo fascista cade fulminato col
colpo. Adesso non c'è più niente da fare: allora Di Nanni afferra le sbarre
della ringhiera e con uno sforzo disperato si leva in piedi aspettando la
raffica. Gli spari invece cessano sul tetto, nella strada, dalle finestre delle
case, si vedono apparire uno alla volta fascisti e tedeschi. Guardano il
gappista che li aveva decimati e messi in fuga. Incerti e sconcertati, guardano
il ragazzo coperto di sangue che li ha battuti. E non sparano. È in
quell'attimo che Di Nanni si appoggia in avanti, premendo il ventre alla
ringhiera e saluta col pugno alzato. Poi si getta di schianto con le braccia
aperte nella strada stretta, piena di silenzio."
(Giovanni
Pesce, Senza tregua - La guerra dei GAP, pag.144-145, Feltrinelli, 1967,
ristampa 2005)
Nonostante le ferite subite, Di Nanni si asserragliò nell'appartamento ed ingaggiò un lungo scontro a fuoco con le truppe nazifasciste, supportate pure da un'autoblindo e da un carro armato. Dopo essere riuscito ad eliminare numerosi soldati nemici, riuscì anche a mettere fuori uso i due veicoli corazzati lanciando cariche di tritolo e bombe a mano dal suo balcone. L'assedio durò quasi tre ore ed una volta terminate le munizioni, pur di non consegnarsi vivo, si trascinò verso la ringhiera del balcone e, dopo aver salutato la folla col pugno chiuso e col grido "Viva l'Italia", si gettò nel vuoto.
Quello di Dante di Nanni rimane uno degli episodi della Resistenza che più ha colpito l'immaginario di scrittori e musicisti. Giovanni Pesce lo racconta nel libro "Senza tregua, la guerra dei GAP" e gli Stormy Six, gruppo storico della controcultura italiana, gli hanno dedicato la canzone Dante di Nanni contenuta nell'album Un biglietto del tram del 1975. La canzone è anche cantata dai Gang (incisa in loro diversi album), per omaggiare sia Dante Di Nanni che gli Stormy Six. Durante gli Anni di piombo col suo nome venne chiamata una colonna brigatista toscana fondata da Umberto Catabiani detta: Brigata d'Assalto Dante di Nanni , responsabile il 4 febbraio 1978 dell'uccisione a Prato del notaio Gianfranco Spighi. La città di Torino ha dedicato a Dante Di Nanni una via nel quartiere Borgo San Paolo. Il 26 aprile 2011 nell'aiuola di via Balbo, quartiere Vanchiglia, è stato realizzato un murale che affianca il partigiano Dante Di Nanni al pacifista filo-palestinese Vittorio Arrigoni.
"Gli anni e i decenni passeranno: i giorni duri e sublimi che noi viviamo oggi appariranno lontani, ma generazioni intere si educheranno all'amore per il loro paese, all'amore per la libertà, allo spirito di devozione illimitata per la causa della redenzione umana sull'esempio dei mirabili garibaldini che scrivono oggi, col loro sangue rosso, le più belle pagine della storia italiana"
Giovanni Pesce (comandante Visone)
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