mercoledì 21 novembre 2012

Perché ANPI non riesce più a combattere contro il fascismo - limiti e debolezze dell’associazione antifascista italiana



Un titolo che potrebbe da subito sembrare provocatorio, anche se in tutta sincerità non vogliamo assolutamente provocare nessuno. Un dato di fatto incontrovertibile che abbiano notato, studiando la storia, dal dopoguerra fino ai giorni nostri, ed analizzandola nel profondo, ci ha portato oggi a dichiarare che, secondo il nostro pensiero, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia non sia più in grado (o forse non lo è mai stata) di combattere efficacemente contro il fascismo.

Per sommi capi, è bene analizzare come, dal 1945 ad oggi i movimenti fascisti e neo-nazisti siano cresciuti esponenzialmente. Si sono moltiplicati, hanno trovato linfa vitale proprio dai vari governi istituzionali italiani che in tutti questi decenni si sono succeduti al potere, siano essi di centro-destra che di centro-sinistra. ANPI in tutto questo, noi crediamo abbia scelto la via più sbagliata per frapporsi contro l'incalzare della destra nazionalista. Lanciare proclami di indignazione per ogni atto fascista commesso, inviandoli a quello stato italiano che aiuta (finanziandoli) proprio i nuovi fascisti e nazisti sono aria fritta (vi ricordate la ministra Meloni a Milano in corteo con Casapound?....o i vari deputati di marca PDL a braccetto con Fiore & co.? O in ultimo avete notato chi erano gli invitati al funerale di Pino Rauti???).
Indignarsi sulla carta quasi supplicando le istituzioni di intervenire è contro producente ed assolutamente inefficace. Mostra il nostro lato debole. Ci si obietterà che ANPI segue e difende la Costituzione italiana dove l’ideologia fascista è bandita….e allora i nuovi fascisti cosa ci stanno a fare? Perché i prefetti, la magistratura, lo Stato italiano non intervengono? Molto semplice perché allo Stato italiano fa comodo avere una schiera di burattini che vedono il loro unico amore verso la nazione, assoggettati e sottomessi allo stato, che non fanno domande, che eseguono e basta. E se salutano a braccio teso, picchiano gli immigrati e dicono che l’Olocausto non è mai esistito sputando sui milioni di morti, uomini, donne e bambini, che male c’è?   

Noi comunisti di Linea Rossa non accettiamo tutto questo e riteniamo questa strategia adottata dall’ ANPI non soltanto tatticamente sbagliata, ma anche profondamente insulsa e priva di ogni ritorno. Le battaglie si combattono non soltanto “con la penna”, le battaglie contro i nuovi fascisti dobbiamo combatterle ridicolizzandoli, smascherandoli, mettendoli in ridicolo ed in evidente difficoltà, sbeffeggiandoli davanti a tutti e mettendoli davanti alla storia ed ai fatti compiuti. E se oseranno menare le mani, non dovremo appellarci a nessuna istituzione, non dovremo richiamare i dettami e gli articoli di una Costituzione ormai fatta a brandelli, ma dovremo rispondere ad armi pari, proprio come i partigiani hanno fatto prima di noi.

Cosa serve secondo noi all’ANPI? Dovrebbe essere più giovane, fresco, spregiudicato, dovrebbe lanciarsi a capofitto non avendo paura di schierarsi anche sulle questioni di politica nazionale e del sociale (vedi il non schieramento, anzi la loro ferma condanna al movimento No-Tav). Servirebbe ad ANPI creare al proprio interno un sottoinsieme di giovani antifascisti (proprio come fatto per la FGCI) che sia strumento di studio e reclutamento per le nuove generazioni. Con una bandiera, un simbolo, un sito internet, propri comitati direttivi e responsabili locali/nazionali: un sottoinsieme  sempre controllato dal centro direttivo di ANPI, ma lasciando ai giovani ampi spazi di manovra ed organizzazione. Questo permetterà ad ogni giovane antifascista di battersi concretamente all’interno di un’unica associazione, unione di tanti gruppi e movimenti Antifa presenti nel nostro paese, potenziando la giovane voce che fu già gridata da altri giovani prima di noi.

Ci è capitato spesso di andare in qualche sede ANPI, e di vedere i soliti 4 o 5 anziani giocare a carte davanti ad un bicchiere di vino: nulla di male per carità. A chi non piace passare il tempo con amici ed in tutta tranquillità? Ma le sedi ANPI non devono essere un passatempo per anziani, bensì un luogo di studio e di serio antifascismo.

Nessuno vuole qua “tirare per la giacchetta l’ANPI” (Smuraglia Dixit). Anche a noi sta a cuore il forte sentimento antifascista che contraddistingue ognuno di noi e vorremmo preservarlo rendendolo efficace nel concreto. Vorremmo vedere un ANPI più fresco e giovane. Un ANPI che non ha paura. Un ANPI che sia strumento efficace di lotta contro tutti i fascismi, di ieri e di oggi, in memoria di ha perso la propria vita per un ideale di libertà!

Ci sono stati, per concludere, ex partigiani (che bisogna valutare quanto lo siano stati!) che appoggiano la linea lassista di ANPI. Per loro questa “democrazia” è una vera democrazia, che è da proteggere anche se è evidente che all’antifascismo lo Stato italiano preferisce le camicie nere. Ve ne sono per contro altri, come ad esempio il comandante Visone, Giovanni Pesce, (che noi condividiamo) che ha dichiarato in una sua ultima intervista prima di lasciarci: “Noi dei GAP, noi partigiani abbiamo lottato duro. Ora tocca a voi giovani. Non abbassate la guardia mai, ma continuate a lottare, fino in fondo!”.

Facciamolo anche per loro!!!



Linea Rossa – Antifascismo e Resistenza  


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