martedì 20 novembre 2012

Chiesa cattolica e nazi-fascismo: pillole di storia



Lo sappiamo bene, cari compagni antifascisti, parlare delle relazioni tra fascismo e chiesa cattolica è quasi come sparare sulla croce rossa (senza voler offendere nessuno si intende…). Ribadiamo, come già fatto tante e tante volte, che lo studio e la verifica di quanto accaduto in passato sia di vitale importanza per aprire gli occhi anche a chi pensa tutt'oggi che la chiesa cattolica è buona, fedele alla parola di Dio, egualitaria, unica sorgente di Luce, in una terra devastata dalle guerra...e dal marxismo!

Con l'avvento al potere di nazismo e fascimo, a partire dagli anni '20, inizia quel lungo ed ambiguo percorso parallelo con la Chiesa che li avrebbe visti camminare uniti ai nazi-fascisti fino alla II Guerra  Mondiale. Fu proprio il Vaticano, alla fine del conflitto armato, a dare asilo politico e ad aiutare molti gerarchi nazisti nella loro fuga verso il Sudamerica. La chiesa cattolica è sopravvissuta a tutti i poteri, imperi e guerre, ma oggi è ancora lì, più potente e ricca che mai. Il motivo si nasconde dietro ai famosi “concordati” stipulati dal Vaticano.

Nel 1929, dopo estenuanti trattative segrete, a cui Pacelli partecipò attivamente, la Chiesa di Roma firmava con Mussolini i cosiddetti Patti Lateranensi (Patti che ci portiamo dietro tutt'oggi). In base a questo concordato la Chiesa otteneva la restituzione di antiche proprietà terriere, la creazione del moderno stato Vaticano, una serie di vistosi privilegi per il clero, la gestione dei matrimoni e l'autorità sui divorzi, la parificazione delle scuole cattoliche a quelle statali, e una lauta "ricompensa" (pagata ovviamente dal popolo italiano) per le espropriazioni subite nel secolo precedente. La religione cattolica divenne religione di stato, fu resa obbligatoria come materia scolastica fino alle scuole medie, e la Chiesa si riservò ovviamente il diritto di insegnarla. Il concordato prevedeva anche la "protezione" di Azione Cattolica, che era entrata in aperto contrasto con Mussolini, ma di fatto impegnava tutto il clero ad astenersi da qualunque attività di tipo politico.



Iniziava così un lento processo di "adozione" del fascismo da parte della Chiesa, mentre la nuova ideologia compenetrava progressivamente il nostro tessuto sociale, al punto da rendere sempre più sottile la linea di demarcazione fra l'aspetto politico e quello religioso nella vita di tutti i giorni. La Chiesa, divenuta parte integrante del regime fascista, si mostrò perfettamente allineata con le nuove imprese militari dello stesso. Un valido esempio su tutti. Su Civiltà Cattolica, Padre Messineo descrisse l'invasione dell'Etiopia come "la restaurazione della vera fede contro gli errori religiosi, la superstizione e la schiavitù". Roba da medioevo!

Episodi come la morte di Padre Giuliani, il cappellano militare ucciso in Abissinia, venivano pubblicamente celebrati ed elevati ad atti di eroismo militare. Mentre offriva apertamente il suo supporto alla conquista militare, nessun esponente del clero si preoccupò mai di denunciare le azioni criminali che venivano compiute a cielo aperto dalle nostre armate contro le popolazioni locali.  Da un parte gli stupri sistematici delle giovani abissine, dall'altra i regolari bombardamenti con il gas all'iprite, che devastavano interi villaggi in pochi minuti, hanno contribuito ad inserire l'esercito italiano fra i peggiori criminali di guerra del 20° secolo.

Si giunse così alle soglie della guerra mondiale con una completa sovrapposizione di ideali e finalità pratiche, fra Chiesa e fascismo, ben difficile a quel punto da risolvere per chiunque. La linea di demarcazione si fece dunque molto più sottile, amalgamando in maniera sempre più subdola fascismo e chiesa cattolica. 
 



Anche in Germania il percorso verso un concordato fra i nazisti e la Chiesa fu simile. Nel 1933, quando il neo-eletto cancelliere Adolf Hitler presentò al Reichstag la richiesta eccezionale per l'approvazione di un "Decreto di pieni poteri", che gli avrebbe permesso di promulgare leggi senza più sottoporle al parlamento (sogno agognato anche dal nostro "amatissimo" Silvio Berlusconi). In altre parole, chiedeva ai deputati di rinunciare legittimamente allo scopo stesso per cui erano stati eletti. Per ottenere il passaggio di un tale decreto però era necessaria una maggioranza di due terzi, che Hitler avrebbe raggiunto solo con il voto dei rappresentanti del Zentrum, il partito politico della Chiesa, guidato dal vescovo Ludwig Kaas, che fino a quel giorno lo aveva osteggiato apertamente.
Quattro giorni dopo la conferenza episcopale tedesca annullava sia la proibizione per i cattolici di iscriversi al partito nazista, sia quella per i nazisti di presentarsi in chiesa con la svastica sulla divisa. Rinunciava cioè, senza motivo apparente, alle due armi principali con cui aveva combattuto fino a quel momento l'ascesa al potere dei nazisti.

Poco dopo Kaas, su richiesta di Pacelli (che in quel momento era Segretario di Stato, cioè Ministro degli Esteri del Vaticano)  dissolveva il partito del Zentrum, ponendo così fine ufficialmente alla vita politica dei cattolici in Germania.

Come per i Patti Lateranensi, anche in Germania, la Chiesa ottennne, fra le altre cose, il diritto di nominare i propri vescovi senza interferenze esterne, il diritto di insegnare la religione cattolica nelle scuole tedesche, la totale libertà di movimento e di comunicazione del clero sul territorio, il diritto di incassare tasse ecclesiastiche, ed altri privilegi di minore importanza.

Da parte sua Hitler aveva ottenuto il primo riconoscimento ufficiale del Nuovo Reich da parte di una nazione straniera. Ma soprattutto, come vedremo in seguito, aveva gettato le basi per il suo progetto di sterminio totale del popolo ebraico (nel quale la chiesa cattolica è corresponsabile).
 

Sembra che vi fosse anche un supplemento segreto al concordato tedesco, la cui esistenza non è mai stata riconosciuta ufficialmente dal Vaticano, che stabiliva diritti e doveri del clero "nel caso di un cambiamento nelle forze armate tedesche, nel senso di una chiamata obbligatoria alle armi per i preti".


Il 2 marzo 1939, a quattro giorni dalla propria elezione a pontefice, Pio XII scriveva a Hitler: “All’illustre Herr Adolf Hitler, Fuhrer e Cancelliere del Reich tedesco. All’inizio del nostro pontificato desideriamo assicurarle che continueremo a impegnarci per il benenessere spirituale del popolo tedesco, che confida nella sua guida……Ora che le responsabilità della Nostra funzione pastorale hanno accresciuto le Nostre opportunità, preghiamo più ardentemente per il raggiungimento di questo obiettivo. Che la prosperità del popolo tedesco e il suo progresso in tutti i campi, con l’aiuto di Dio, possano compiersi.” 

Le conclusioni da trarre sono chiare e note a tutti (marxisti o non) la Chiesa è corresponsabile di quanto accaduto nel secondo conflitto mondiale. Delle milioni di morti ebraiche, di ogni crimine di guerra, dell'incalzante imperialismo fascista e nazista, di ogni libertà negata ai singoli individui. Pesano sulla "parola di Dio" milioni e milioni di morti innocenti, lacrime e sangue versato per colpa di un'ideologia (che non è ideologia ma soltanto un orrore infernale) che del messaggio cristiano non ha nulla da spartire. Siamo altresì convinti che se la Chiesa avesse apertamente osteggiato il fascismo e il nazismo (non trovandosi oggi il peso vergognoso dei milioni di morti), a guerra finita avrebbe aumentato a dismisura il suo potere e la sua riconoscenza internazionale…anche da parte di tutti noi antifascisti!

Nessun commento:

Posta un commento