Tutti si scandalizzano, ma nessuno fa niente!
Né torte né candeline da spegnere: solo tante braccia tese e cori «Sieg
heil!» («Salve vittoria!»). Perché il festeggiato si chiama Adolf
Hitler. Per celebrarne la nascita sono arrivati in centinaia. Da tutta
Italia e da mezza Europa. Skinheads e altri gruppi di nostalgici nazi,
cranio rasato, anfibi e bomber: «perché Varese domani sarà la città più
fredda d’Italia», avvertiva un post sul sito degli organizzatori, la
Comunità militante dei Dodici raggi, sede a Caidate (Sumirago).
Un sabato notte in onore del Führer. Una stazione dismessa delle
Ferrovie Nord, a Malnate, trasformata in un’area per feste e concerti,
affittata ai neonazi dall’associazione culturale filoleghista «I nostar
radis» (“Le nostre radici”). Centoventiquattro anni dopo la venuta al
mondo di Hitler (20 aprile 1889) sotto la tensostruttura allestita
accanto ai vagoni e ai binari, l’altra sera è andato in scena uno di
quei raduni che non possono passare inosservati. Un raduno che ha il
sapore della doppia sfida: perché proprio a Varese in questi giorni si
sta celebrando il processo (per istigazione all’odio razziale e
religioso) a una ventina di militanti di estrema destra (tra cui il
consigliere comunale Pdl di Busto Arsizio Francesco Lattuada) che nel
2008 diedero vita a una festa simile (all’epoca i fan hitleriani si
diedero appuntamento in una birreria di Buguggiate).
Ufficialmente la serata è stata organizzata per celebrare i 20 anni di
fondazione della comunità militante skinhead di Varese (1993), ma la
data non è stata scelta a caso: e lo hanno dimostrato gli slogan e i
rimandi al Terzo Reich che hanno caratterizzato l’evento. Sul palco si
sono esibiti alcuni tra i principali gruppi musicali del genere «Oi!»
(definito anche nazirock): Civico 88, Garrota, Legittima Offesa, Linea
Ostile. Il pubblico: 600-700 militanti di estrema destra arrivati da
tutta Italia (molta Lombardia, e poi gruppi da Siena, Lucca, Pisa,
Sassari, Trento, Verona, Roma, Genova, Novara, Torino, Pescara) e da
diversi Paesi europei (Spagna, Francia, Svizzera, Austria, Germania,
Polonia, Ungheria). Il tam tam che nei giorni scorsi aveva pubblicizzato
il raduno sui siti della galassia «nera» è partito dai militanti della
Comunità dei Dodici Raggi («Do. Ra»). Ma il luogo è stato tenuto coperto
fino all’ultimo. I neonazi si sono ritrovati all’uscita di Castronno,
sull’autostrada A8 Milano-Varese. Poi da lì hanno raggiunto la vecchia
stazione di Malnate-Valle Olona. Criptiche — sullo stile rave party —
anche le indicazioni stradali: il percorso era indicato da cartelli col
numero «88» (il numero che i neonazisti tedeschi usano per dire «Heil
Hitler»). Sul sito di Do. Ra. era stata è diffusa un’immagine di Hitler
durante un comizio tratta dal Mein Kampf: il Furher è circondato da 46
soldati delle SA (le Squadre d’assalto naziste) — tra cui un
giovanissimo Rudolf Hess — , che il 4 nobembre del 1921 respinsero
l’assalto di 800 avversari politici. «La forza della volontà», è il
titolo. È stata una delle parole d’ordine della serata. Musica, insulti
alla polizia e allo Stato, birra a fiumi, e saluti nazisti. La nuova
provocazione dei neonazisti varesotti arriva 15 giorni dopo le
perquisizioni della Digos nelle abitazioni dei componenti del gruppo
musicale Garrota, collegati a «Do. Ra. « (che compongono il «Sole nero
», simbolo dell’ordine esoterico nazista).
Una risposta alle forze dell’ordine e alla procura. Una prova di forza.
«Ci siamo limitati a tenere sotto controllo la serata», spiegano dalla
Digos di Varese, diretta da Fabio Mondora. Il luogo scelto dai neonazi —
un locale privato affittato da un privato per eventi e quindi aperto al
pubblico — aveva tutte le autorizzazioni in regola. Quello che hanno
poi fatto i 600 partecipanti all’interno della struttura, è un’altra
storia. Ed è una storia che fa pensare. L’area che ha ospitato il raduno
è ancora di proprietà di Ferrovie Nord (c’è anche un museo dei treni).
La società regionale ha dato in concessione la tensostruttura
all’associazione culturale “I nostar radis”, vicina alla Lega Nord,
presieduta da Leopoldo Macchi, leghista varesotto. Nel cda di
Ferrovienord fino a poco tempo fa sedeva Pasquale «Lino» Guaglianone, ex
cassiere dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) e proprietario dei
locali dell’ex centro sociale milanese di estrema destra «Cuore Nero».
Ma questa è solo una coincidenza.
A lanciare l’allarme sulla recrudescenza neonazi in Lombardia, e in
particolare nella provincia di Varese, è Gennaro Gatto,
dell’Osservatorio democratico delle nuove destre (creato e coordinato da
Saverio Ferrari). «Il maxi raduno di Malnate è l’ennesima, triste
occasione in cui la tranquilla e indifferente provincia varesotta si
trasforma diventando un laboratorio nazionalsocialista".
Il fascio si combatte, punto e basta. Nessuno appello alle Istituzioni italiane, conniventi con il risorgere di movimenti nazionalsocialisti e fascisti!
Nessun commento:
Posta un commento