dai compagni di Comunisti Sinistra Popolare
Il
30 Marzo 2004, con la legge bipartisan n.92, è stato istituito il "giorno
del ricordo" da celebrare il 10 Febbraio di ogni anno. Essa fu il
risultato di due interessi convergenti: quello dei fascisti nella loro ricerca
di ripulirsi e riabilitarsi e quello della borghesia nel suo tentativo di
equiparazione dei comunisti con i nazi-fascisti, che vede l'Unione imperialista
Europea (1), impegnata da anni nel lavoro puramente "ideologico" di
equiparazione e istituzione della categoria "totalitarismi" per
mettere fuori legge le organizzazioni operaie-popolari e i partiti comunisti
rivoluzionari del continente europeo.
Le
foibe rappresentano in Italia il principale strumento con il quale i fascisti e
la borghesia, attraverso i loro mezzi di comunicazione di massa, portano avanti
i loro convergenti interessi ideologici. E' dovere di ogni rivoluzionario, di
ogni sincero progressista e democratico, combattere questa propaganda puramente
ideologica, decostruendo il loro "impianto accusatorio" e integrando
i fatti nel loro contesto storico.
Nel
2002, il Pres. della Repubblica C.A. Ciampi dichiara in un intervista al
quotidiano triestino "Piccolo", che le foibe furono "una lotta etnica scatenata per cercare di
deitalianizzare queste zone, che ha dato luogo a violenze e uccisioni. Una cosa
tipo la shoah, volta a eliminare più italiani possibili". Nel
2006 riafferma il concetto definendo le foibe una pulizia etnica affermando
che: "l'odio e la pulizia etnica
sono stati l'abominevole corollario dell'Europa tragica del Novecento"(2).
Il 10 Febbraio 2007, l'attuale Pres. della Repubblica G. Napolitano dichiara
che "(…) un moto di odio e di
furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse
innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni
di una 'pulizia etnica' (3).
Queste
dichiarazioni fanno parte del progetto di "creazione di una coscienza
collettiva" dell'intera comunità nazionale nella ricerca dello spirito
"patriottardo" dell' "Italia riconciliata nel nome della
democrazia". Tutto questo ha un solo fine: l'equiparazione del movimento
operaio e comunista con il nazi-fascismo, tra il movimento di resistenza
partigiana nazionale e internazionale (fortemente composto dalle organizzazioni
comuniste) e i regimi nazi-fascisti e coloniali mussoliniano, hitleriano,
franchista, nonché di quello croato di Pavelic. L'obiettivo della cancellazione
del '900, racchiudendolo nel "totalitarismo" e nella
"tragedia", è perseguito soprattutto oggi nella fase di crisi
sistemica e ideologica del capitalismo, che deve perciò mettere in campo tutta
la sua capacità falsificatoria applicando il metodo nazista di Goebbels, per
annientare lo spirito "rivoluzionario" delle masse, colpendo gli
unici che lo hanno concretizzato nella presa del potere e l'abbattimento
dell'ordine borghese imperialista: i comunisti.
Come
affermato dalle massime cariche dello Stato borghese italiano le foibe sono
poste sotto l'etichetta di "pulizia etnica" nella versione ufficiale
dello Stato, suffragando questa tesi, priva di fondamento in prove, con numeri
"della tragedia" a cui ognuno è libero di dare la sua versione
soggettiva, passando da qualche migliaio alle decine di migliaia fino ad
arrivare alle centinaia di migliaia di italiani gettati vivi in cavità carsiche
(le foibe) e lasciati morire. Secondo questa versione ufficiale colpevoli solo
di esser italiani. Citiamo a questo punto un estratto di un articolo pubblicato
l'8/1/1949 da un giornale della destra locale "Trieste Sera", nel
quale si ammetteva: "Se
consideriamo che l'Istria era abitata da circa 500 mila persone, delle quali
oltre la metà di lingua italiana, i circa 500 uccisi e infoibati non possono
costituire un atto anti-italiano ma un atto prettamente anti-fascista".
Queste 500 "vittime" avvennero durante il breve periodo di governo
popolare triestino durato 40 giorni.
Fra
Gorizia, Trieste e Fiume effettivamente scomparvero tra le 3 e le 4 mila
persone, ma la maggioranza di esse morì nei campi di prigionia dove venivano
rinchiusi i prigionieri colpevoli di esser collaboratori dei fascisti. Si parla
delle foibe di Fiume, ma in questo paese non esistono foibe. Nella foiba di
Fianona non è stato ritrovato nessun corpo. Nella foiba di Opicina sono stati
ritrovati solo alcuni soldati morti i cui corpi vennero gettati lì per evitare
il diffondersi di epidemie. Nelle foibe di Basovizza, in realtà si tratta del
pozzo di una miniera, sono stati ritrovati dagli anglo-americani solo una
decina di corpi di soldati tedeschi. Ma si parla di 3.500 infoibati nel
triestino tra Basovizza e Monrupino. In quest'ultima in realtà, i partigiani
gettarono dei corpi, ma si trattava di corpi di militari nazisti bombardati
dagli inglesi, in seguito ad una battaglia tra nazisti e partigiani il 1
Maggio. Eppure li oggi vi è una targa in onore di infoibati dalmati.
Adesso
inquadriamo i fatti nel loro contesto storico. Nel settembre del 1920 Benito
Mussolini dichiara: "Di
fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la
politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia
devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano
sacrificare 500000 slavi barbari a 50.000 italiani"(4). Si
istituì così la politica del cosiddetto "fascismo di confine", ovvero
una politica aggressiva nel Nord-Est e nei Balcani nell'ordine della
deslavizzazione.
Chi
fu vittima della "pulizia etnica" e delle mire coloniali fu il popolo
slavo, ad opera del regime fascista nella sua "guerra contro lo
slavismo" e del suo progetto di "bonifica etnica" perseguita sul
piano culturale con la chiusura delle scuole e il divieto di parlare pubblicamente
nella loro lingua madre, l'italianizzazione forzata di cognomi e nomi di
località, le insegne dei negozi in lingua croata e slovena rimosse e su quello
economico con l'espropriazione forzata delle terre e la colonizzazione
italiana, il tutto accompagnato da una feroce barbarie contro le popolazioni
locali e la resistenza con massacri, incendi di paesi, campi di concentramento,
tra questi citiamo il lager di Arbe (Dalmazia) oggi in Croazia, dove vennero
rinchiusi tra le 10.000 e le 15.000 civili a maggioranza di etnia slava,
diretto dal colonello dei Carabinieri Vincenzo Cuiuli, il campo di internamento
e smistamento di Fiume in cui vi erano internati 3.500 slavi e oppositori, il
lager di Cattaro (Dalmazia) oggi in Montenegro e il lager di Zara (Dalmazia)
oggi in Croazia con 2.400 prigionieri civili.
Sul
territorio italiano citiamo il lager per jugoslavi di Treviso con 3.464 di
internati diretto dal Tenente Colonello dei Carabinieri A.Anceschi, quello di
Chiesanuova a Padova in cui vi furono internati 3.500 civili jugoslavi, in
maggioranza croati, diretto dal Colonello D.Caporali. Il lager Renicci ad
Arezzo con 3.950 internati in maggioranza civili jugoslavi. Il lager di Gonars
a Udine dove vi erano internati 6.500 civili jugoslavi diretto dal Tenente
Colonnello Eugenio Vicedomini, Cesare Marioni, Ignazio Fragapane, Gustavo De
Dominicis, Arturo Macchi.
Infine
citiamo i campi di prigionia e lager per oppositori politici,
"allogeni" slavi, sospettati di attività anti-nazionale, prigionieri
di guerra ecc… di Fossoli a Carpi (5.000), di Bolzano (11.116) e quello di
Risiera San Sabba a Trieste con circa 25.000 internati istituito dal III Reich.
Tra il 1941 e il 1943 furono cacciati dall'Istria circa 30.000 Slavi- Croati e
Sloveni - e venne occupata la regione. Centinaia di migliaia qui sono i morti
reali dell'occupazione fascista e dei regimi nazi-fascisti nei confronti dei
popoli slavi. Citiamo su tutti le 13.000 persone massacrate dalle SS e dai
repubblichini di Salò nell'inverno del '43 quando ripresero il controllo della
penisola istriana, i cui corpi furono gettati nelle foibe. Infatti a differenza
della Repubblica di Salò, in questi territori occupati dai nazisti dopo l'8
settembre si ebbe il diretto comando dei nazisti e il battaglione mussoliniano,
la X MAS, la Guardia Civica e altre milizie furono sotto loro comando.
Nel
periodo dell'insurrezione popolare avvenuta in Istria l'8 Settembre '43, la
popolazione oppressa, sia italiana che slava, inferocita prese le armi e si
scagliò contro i fascisti, gli occupanti e collaborazionisti che avevano
depredato una terra e umiliato un popolo, infliggendogli un duro periodo di
privazioni, di pene, di morte. Dopo l'invasione nazista e i crimini commessi al
loro servizio dai fascisti (vedi sopra), si istituì nel maggio del '45 il
governo partigiano di Trieste durato 40 giorni (vedi sopra).
Il
quadro della situazione, politica e sociale, è stata ed era piuttosto
complessa: "La
situazione nell'Italia orientale era diversa dal resto del nord Italia. Quella
era una terra che apparteneva all'Italia solo a partire dalla I guerra
mondiale, una terra multietnica. In Italia il fascismo era la mano violenta
della borghesia contro il proletariato, mentre nell'Italia orientale il
fascismo si presentava oltre che sotto l'aspetto di classe, anche come
soppressione delle nazionalità: proibito parlare lingue slave, chiusura di
tutte le istituzioni culturali non italiane. Oltre a questo nel '43 noi eravamo
annessi alla Germania insieme a Lubiana e all'Istria. Erano i tedeschi che
comandavano. Dopo il '45, per altri 8 anni, c'è stata l'occupazione
anglo-americana. Quindi la guerra è continuata con mille intrecci, lotte, con
nazionalismi, servizi segreti"(5). La violenza che si scatenò
fu un atto di giustizia popolare inserita all'interno di un quadro complesso.
Nulla
potrà offuscare l'alto contributo dei partigiani comunisti jugoslavi nella
guerra al nazifascismo e la collaborazione internazionalista con i partigiani
comunisti italiani. La borghesia tenta la strada della denigrazione della
resistenza, con l'obiettivo di attaccare i comunisti, dai partigiani jugoslavi
ai GAP, perché erano valorosi compagni che si diedero alla causa rivoluzionaria
della liberazione dei popoli e della classe operaia dall'oppressione borghese,
per trasformare l'Italia in una Repubblica Socialista. E' proprio il carattere
rivoluzionario, la lotta di classe che praticarono i comunisti nella guerra di
liberazione nazionale, affiancati dalla lotta dei lavoratori che insorgevano
nelle città e nelle campagne per farla finita non solo con il nazi-fascismo, ma
anche con l'oppressione sociale della classe borghese e il capitalismo, che si
servì del fascismo e che trovò subito dopo nuovi servitori, nel proseguimento
dello sfruttamento e oppressione di classe, al quale la borghesia riserva il
suo profondo odio.
N.B:
la ricerca della verità storica e la denuncia dell'uso propagandistico
anti-comunista delle foibe, non ha nulla a che fare con un adesione al titoismo
e al ruolo della Rep. Popolare Jugoslava, del tutto negativo e anti-leninista.
Note:
1)
www.resistenze.org/sito/os/ep/osep9d14-004858.htm www.resistenze.org/sito/os/ep/osepbi06-009500.htm
5)
Tratto dall'intervista rilasciata da Mario Toffanin "Giacca"
Comandante dei GAP di Udine alla rivista "resistenze". Condannato
all'ergastolo ai processi per Porzus (1952), graziato da Pertini nel 1975.
Leggere in merito ai processi di Porzus: www.resistenze.org/sito/te/cu/st/custcb14-010494.htm
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