La Procura della città tedesca di Stoccarda dopo dieci anni di
indagini ha deciso lo scorso 1° ottobre che non dovranno essere processati gli
otto ex membri delle SS ancora in vita sospettati di essere corresponsabili
del massacro di Sant'Anna di Stazzema dove il 12 agosto 1944 furono
sterminati senza pietà 560 civili tra cui oltre cento tra ragazzi, bambini e
addirittura neonati.
I giudici tedeschi ritengono che non vi siano prove che gli anziani indagati abbiano partecipato alla strage di sessantotto anni fa, nonostante il processo celebrato in Italia in contumacia nei confronti di dieci ex componenti ancora vivi della sedicesima divisione corazzata "Reichsfuhrer SS" si sia invece concluso con altrettante condanne all'ergastolo: il 22 giugno 2005 infatti il Tribunale Militare di La Spezia - anche grazie ai numerosi elementi di prova ritrovati nella documentazione nascosta in un vecchio armadio e ritrovata nel 1994 - condannava all'ergastolo tra gli altri il comandante del reparto nazista Gerhard Sommer, gli ufficiali Alfred Schonemberg, e Ludwig Sonntag insieme ai sette sottufficiali Alfred Concina, Karl Gropler, Georg Rauch, Horst Richter, Werner Bruss, Heinrich Schendel e Ludwig Göring, sentenza confermata l'anno successivo dalla Corte d'Appello Militare di Roma.
In seguito la Cassazione confermava l'ergastolo al comandante Sommer e ai due sottufficiali Georg Rauch e Karl Gropler, e resta comunque accertato che anche gli altri sette parteciparono al massacro.
Al contrario in Germania questi criminali nazisti sono finora vissuti tranquillamente fino a raggiungere ora quasi i novanta anni, tanto che senza l'inchiesta della Procura militare di la Spezia la magistratura tedesca non avrebbe neanche aperto una propria indagine per la strage del 1944 a Sant'Anna di Stazzema, e fu soltanto in seguito alle richieste di rogatoria del procuratore militare Marco De Paolis che nel 2002 anche la Procura di Stoccarda si vide costretta a avviare un'inchiesta.
Ma, nonostante nel 2006 ed anche nel 2007 il dottor De Paolis abbia richiesto l'estradizione in Italia dei condannati alle autorità federali tedesche secondo le procedure del mandato di cattura europeo, l'estradizione non venne mai concessa per nessuno dei condannati.
Anzi, l'allora procuratore di Stoccarda Haussler si dimostrò del tutto refrattario a un eventuale rinvio a giudizio presso un tribunale tedesco dei criminali nazisti condannati in Italia prendendo spunto dal precedente giudiziario della sentenza della Corte federale che aveva stabilito rigidissimi criteri per la contestazione dell'aggravante della 'crudeltà', fattore decisivo per la legislazione penale tedesca per considerare imprescrittibile - ovvero perseguibile senza limiti di tempo - l'omicidio.
L'altro elemento che per la legge tedesca rende imprescrittibile l'omicidio, cioè i 'motivi abbietti', non fu preso neanche in considerazione dal procuratore Haussler, e ciò in palese contraddizione con i principi stessi della giurisprudenza della Corte federale secondo cui un movente omicida è 'abietto' se, sulla base di valori etici condivisi, si colloca al più infimo livello di spregevolezza: è ciò che esattamente accadde proprio a Sant'Anna dove nessuno degli uccisi, 560 donne, bambini, uomini completamente innocenti aveva dato ai reparti militari tedeschi un qualche motivo di agire contro di loro, quindi anche dal punto di vista militare non c'era alcuna ragione per uccidere.
Non si trattò semplicemente di rappresaglia ma di un abietto e mostruoso atto terroristico che, come è chiaramente emerso dalle indagini della Procura Militare di La Spezia, si concretizzò in una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio con l'obiettivo di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona, una delle peggiori stragi di civili compiute dai nazisti nell'Europa occidentale occupata, perfettamente in linea con il disprezzo verso i popoli occupati che la criminale ideologia nazionalsocialista ha sin dal suo stesso nascere predicato e diffuso.
In questa sporca vicenda emergono anche pesanti responsabilità da parte italiana. Anzitutto è assordante il complice silenzio con cui Monti e il suo governo hanno accolto l'assoluzione della magistratura, rotto solo tardivamente e timidamente da un imbarazzato Napolitano davanti alle sdegnate proteste degli antifascisti italiani. Inoltre niente hanno fatto in tutti questi anni le autorità politiche e la magistratura per individuare, processare e condannare anche i fascisti italiani che affiancarono e indirizzarono le belve naziste nella strage di Stazzema.
I giudici tedeschi ritengono che non vi siano prove che gli anziani indagati abbiano partecipato alla strage di sessantotto anni fa, nonostante il processo celebrato in Italia in contumacia nei confronti di dieci ex componenti ancora vivi della sedicesima divisione corazzata "Reichsfuhrer SS" si sia invece concluso con altrettante condanne all'ergastolo: il 22 giugno 2005 infatti il Tribunale Militare di La Spezia - anche grazie ai numerosi elementi di prova ritrovati nella documentazione nascosta in un vecchio armadio e ritrovata nel 1994 - condannava all'ergastolo tra gli altri il comandante del reparto nazista Gerhard Sommer, gli ufficiali Alfred Schonemberg, e Ludwig Sonntag insieme ai sette sottufficiali Alfred Concina, Karl Gropler, Georg Rauch, Horst Richter, Werner Bruss, Heinrich Schendel e Ludwig Göring, sentenza confermata l'anno successivo dalla Corte d'Appello Militare di Roma.
In seguito la Cassazione confermava l'ergastolo al comandante Sommer e ai due sottufficiali Georg Rauch e Karl Gropler, e resta comunque accertato che anche gli altri sette parteciparono al massacro.
Al contrario in Germania questi criminali nazisti sono finora vissuti tranquillamente fino a raggiungere ora quasi i novanta anni, tanto che senza l'inchiesta della Procura militare di la Spezia la magistratura tedesca non avrebbe neanche aperto una propria indagine per la strage del 1944 a Sant'Anna di Stazzema, e fu soltanto in seguito alle richieste di rogatoria del procuratore militare Marco De Paolis che nel 2002 anche la Procura di Stoccarda si vide costretta a avviare un'inchiesta.
Ma, nonostante nel 2006 ed anche nel 2007 il dottor De Paolis abbia richiesto l'estradizione in Italia dei condannati alle autorità federali tedesche secondo le procedure del mandato di cattura europeo, l'estradizione non venne mai concessa per nessuno dei condannati.
Anzi, l'allora procuratore di Stoccarda Haussler si dimostrò del tutto refrattario a un eventuale rinvio a giudizio presso un tribunale tedesco dei criminali nazisti condannati in Italia prendendo spunto dal precedente giudiziario della sentenza della Corte federale che aveva stabilito rigidissimi criteri per la contestazione dell'aggravante della 'crudeltà', fattore decisivo per la legislazione penale tedesca per considerare imprescrittibile - ovvero perseguibile senza limiti di tempo - l'omicidio.
L'altro elemento che per la legge tedesca rende imprescrittibile l'omicidio, cioè i 'motivi abbietti', non fu preso neanche in considerazione dal procuratore Haussler, e ciò in palese contraddizione con i principi stessi della giurisprudenza della Corte federale secondo cui un movente omicida è 'abietto' se, sulla base di valori etici condivisi, si colloca al più infimo livello di spregevolezza: è ciò che esattamente accadde proprio a Sant'Anna dove nessuno degli uccisi, 560 donne, bambini, uomini completamente innocenti aveva dato ai reparti militari tedeschi un qualche motivo di agire contro di loro, quindi anche dal punto di vista militare non c'era alcuna ragione per uccidere.
Non si trattò semplicemente di rappresaglia ma di un abietto e mostruoso atto terroristico che, come è chiaramente emerso dalle indagini della Procura Militare di La Spezia, si concretizzò in una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio con l'obiettivo di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona, una delle peggiori stragi di civili compiute dai nazisti nell'Europa occidentale occupata, perfettamente in linea con il disprezzo verso i popoli occupati che la criminale ideologia nazionalsocialista ha sin dal suo stesso nascere predicato e diffuso.
In questa sporca vicenda emergono anche pesanti responsabilità da parte italiana. Anzitutto è assordante il complice silenzio con cui Monti e il suo governo hanno accolto l'assoluzione della magistratura, rotto solo tardivamente e timidamente da un imbarazzato Napolitano davanti alle sdegnate proteste degli antifascisti italiani. Inoltre niente hanno fatto in tutti questi anni le autorità politiche e la magistratura per individuare, processare e condannare anche i fascisti italiani che affiancarono e indirizzarono le belve naziste nella strage di Stazzema.
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