Riceviamo dai compagni del PCm questa news
che riguarda la manifestazione odierna a Milano fuori dal'ospedale Mangiagalli.
Presenti a manifestare contro l'aborto e l'eutanasia un gruppetto di 8-10
cattolici inferociti, molti dei quali di marca Cl, contro la legge 194 che
garantisce e rende possibile l'aborto e l'eutanasia in determinate condizioni.
Il movimenti femminista, organizzato e
legato proprio al PCm, ha attuato una contro-manifestazione: alle preghiere, ai
canti religiosi ed alle mani alzate al cielo in segno di estrema preghiera che
il loro Dio facesse scendere un fulmine su ogni medico abortista ed
eutanasista, le compagne milanesi hanno intonato i loro cori di protesta e,
nonostante la Digos abbia richiesto di abbassare più volte i toni, le compagne
hanno continuato la loro protesta lanciando i loro contro-slogan contro la
cecità cattolica suscitando le ire di Pietro Guerini (presidente
dell'associazione "no 194") che cercava di denigrare e inveire,
sentendosi disturbato nella pia missione, ma doveva ben presto tornare a più
miti ragioni e ritirarsi in buon ordine per la salva di improperi che gli
veniva regolarmente riservata.
Da rilevare che all'interno della
Mangiagalli opera il CAV, agli integralisti cattolici viene permesso di stare
all'ingresso in tutta comodità (le compagne invece è riservato il lontano
marciapiede sotto la pioggia), segno
evidente del profondo degrado ideologico e politico che questa Regione
ha subito e subisce dalla congrega politico-religiosa-affaristica di Comunione
e Liberazione, nella città che ha visto migliaia e migliaia di donne scendere
in piazza contro gli attacchi alla 194 nel 2006.
Perché Linea Rossa ha deciso di pubblicare
questo post in un blog dedicato alla Resistenza Partigiana?
Perché siamo per la Libertà, quella con la
"L" maiuscola, e non possiamo accettare che la libertà del singolo
individio possa venire intaccata da altre persone che si ritengono unica voce
ed espressione di Dio. Dobbiamo necessariamente capire che l'aborto e
l'eutanasia sono scelte estreme non di chi si diverte a far morire le persone,
ma di chi, in piena coscienza e con il proprio intimo e silenzioso dolore,
ritiene che la vita in determinate condizioni di salute non può esistere.
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