dal sito Contropiano.org
Che ci faceva un personaggio come Mario Merlino in cattedra ad un
convegno organizzato dalle Forze Armate in tema di 'memoria condivisa'?
Era in compagnia di una reduce non pentita della Repubblica Sociale di
Mussolini, a gettare fango sulla Resistenza e sui partigiani.
Senza grandi squilli di tromba, alla fine di febbraio uno
dei più discussi e inquietanti protagonisti della strategia della
tensione, delle bombe e dell’estremismo nero di questo paese ha
impartito lezioni ai militari italiani presso la scuola di Fanteria
dell’Esercito a Cesano, località alle porte della capitale. Titolo della
sua lezione: “Carattere di una guerra”. A raccontarlo e a vantarsi del
prestigioso sdoganamento è lui stesso, sul suo blog. Nel quale dettaglia
che all’evento ha partecipato anche l’anziana Gina R., con tanto di
Camicia Nera ed il basco del S.A.F. ( Servizio ausiliario femminile
della Repubblica sociale istituito nel 1944 da Benito Mussolini). I due,
in nome della ‘necessità della riconciliazione’, hanno discettato di
guerra di liberazione e di degenerazione della democrazia istituita dai
partiti antifascisti dopo la sconfitta della Repubblica Sociale e la
cacciata delle truppe tedesche. È lo stesso Merlino a citare un
passaggio del suo ‘ragionamento’: “I Partigiani erano l’avanguardia di
coloro che avrebbero comandato in questo paese e, sebbene la
fisiognomica non sia una scienza, i loro volti erano la premessa di
quelli che vediamo, ad esempio, in questi giorni, sorriderci in osceni
ghigni dai manifesti sui muri e sui tabelloni”.
Il
pluriprocessato finto anarchico ha pure ricordato, nel suo intervento,
“le offese subite da Gina R. alla sua vita al servizio dell Idea”
spiegando che a quel passaggio del suo discorso “i giovani sottufficiali
presenti in sala sono scattati in piedi in un lungo, sincero e caloroso
applauso” mentre poco dopo all’anziana fascista un generale ha
consegnato “un Grande mazzo di fiori gialli”. Il signor Merlino racconta
anche, sempre sul suo blog, che dopo la guerra ci fu a lungo una
‘disparità di trattamento’ tra le vittime dei due fronti, quello
fascista e quello antifascista. Scrive ad esempio: «A Migliano
Montelungo c'è un sacrario ai soldati italiani caduti nel corpo
volontario di Liberazione, voluto dalle istituzioni e onorato con
annuali cerimonie. Poco distante c'è una stele in marmo a ricordo del
capitano Rino Cozzarini, prima medaglia d'oro della R.S.I., voluta
privatamente dai camerati. Questa non è una memoria condivisa, questa è
una offesa alla memoria del nostro Paese».
Non nasconde certo
le sue idee l’anziano professore. Non certo come quando in giovane età,
lui estremista di destra amico e collaboratore dei protagonisti delle
trame nere in combutta con servizi segreti italiani e statunitensi (ad
esempio Stefano delle Chiaie), cercò di farsi passare per anarchico e
cercò addirittura di accreditarsi in alcune organizzazioni comuniste
dalle quali però, riconosciuto, fu allontanato.
Perché chiamare
un personaggio come Merlino e una reduce non pentita della Repubblica
di Salò a impartire un corso di storia (!) ai fanti di Cesano? La
spiegazione dei responsabili dell’Esercito italiano non lascia dubbi:
«La conferenza è stata organizzata dalla Scuola di fanteria con la
partecipazione dell’associazione Nazionale del Fante che ha indicato,
tra i relatori, anche il prof. Merlino, già docente di storia e
filosofia in un liceo statale di Roma. Oltre a Merlino sono intervenuti,
rappresentanti dell’Associazione Nazionale del Fante e un reduce della
battaglia di El Alamein». Appunto...
Non ci dilunghiamo qui
sulla triste e nera biografia di Mario Merlino. La rete, per chi è
curioso e sa districarsi, fornisce fin troppe informazioni. Basta
cercare “Pino Rauti”, “Stefano delle Chiaie”, “Ordine Nuovo”,
“Avanguardia Nazionale”, o meglio ancora “Strage di Piazza Fontana”.
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