giovedì 6 febbraio 2014

Assalti, pestaggi, prevaricazioni di ogni tipo: l’estrema destra in Lombardia tenta di riorganizzarsi



Forza Nuova perde i cocci. Nascono nuovi mini-gruppi nazi-fascisti.

La bestia non è ancora sparita, ma soltanto assopita. Ha trovato linfa vitale proprio da quella democrazia che tanto aveva osteggiato durante il secondo conflitto mondiale.
Un importante aiuto al proliferare di movimenti e gruppi dell’estrema destra nazi-fascista italiana sono arrivati grazie a politici conniventi di marca PdL, Fratelli d’Italia, Alleanza Nazionale (quando c’era) e Lega Nord, con tutte le sue piccole ramificazioni.
Molti “camerati” sono giovani e giovanissimi, ancora inesperti, non formati e non educati a quello che è stato il periodo nero del fascismo prima e del nazi-fascismo poi.
Hanno idee vaghe, poco chiare, vivono con il mito del “grande Italico impero” e giocano a fare i druidi medievali di pura razza europea.
Altri sono fuoriusciti dai vari partiti “istituzionalizzati” o “parlamentarizzati”, in quanto traditi proprio da quei partiti (fascisti) che una volta arrivati al potere hanno necessariamente dovuto sottostare alle leggi della democrazia italiana, piegando la testa ed abbandonando i saluti romani e le adunate. Anche se dobbiamo necessariamente notare che favori e finanziamenti sono sempre arrivati, negli ultimi vent’anni, proprio da quei partiti considerati da loro “traditori” (un esempio su tutti la sede romana di Casapound regalata dall’amministrazione Alemanno del Comune di Roma al gruppo nazi-fascista).

Forza Nuova dal canto suo registra negli ultimi 4 mesi una fuori uscita di militanti sempre maggiore, nascono così nuovi piccoli gruppi, legati tra loro da un filo conduttore, come fossero piccole cellule di un unico grande corpo (ufficialmente) inesistente, ma nei fatti vivo e pulsante. Le sedi di questi piccoli gruppi aprono soprattutto nei paesi della Lombardia del Nord (Varese in testa), tempio del leghismo più puro, ma anche nel Veneto della Serenissima.

Si fanno vedere, spavaldi e per niente impauriti, organizzati, inquadrati militarmente. Riscoprono (o scoprono per la prima volta?) l’internazionalismo militante. Sono legati ai vari partiti dell’estrema destra nazionalista europea. Organizzano comizi e manifestazioni musicali con lo scopo di rilanciare l’idea della “Grande Nazione”. Si battono per il rientro dei due marò dall’India. Contattano la Siria di Assad, appoggiandone la lotta ed invitandone gli esponenti ai loro raduni. Riempiono le città di volantini e manifesti (come a Tradate quando affissero manifesti per gli auguri di buon compleanno a Benito Mussolini). Organizzano finti incendi dolosi per passare da pecorelle immacolate (vedi la sede di Lealtà e Azione di Milano incendiata da loro stessi l’anno scorso). Si appropriano (e questo è peggio!) dei luoghi cari alla Resistenza partigiana: è il caso della manifestazione in Valcuvia al Sacrario del San Martino di Duno, nel 70° anniversario della prima battaglia della Resistenza, quando i Dodici Raggi (gruppo fuoriuscito da poco da Forza Nuova) andarono a deporre una corona «per dar pace a quei ragazzi che caddero combattendo»: non i partigiani ovviamente, ma i soldati tedeschi e i loro cagnolini fascisti.

E’ delle ultime settimane anche la notizia che, nella sede di Caidate (Varese), stanno lavorando all’organizzazione del prossimo appuntamento dell’8 febbraio: un concerto musicale (simile al precedente Boreal festival) a «favore dei camerati in difficoltà con la legge», una specie di “soccorso nero”, organizzato in collaborazione con l’associazione “skin4skin”. Già diversi gruppi hanno dato la loro adesione, dagli skin-heads greci, ungheresi e slovacchi, fino alle teste rasate italiane della Skinhouse di Bollate, di Bergamo skin, Pavia skin e Torino skinhead. Ma nel gruppo dei Dodici Raggi è ora arrivato anche l’ex leader di “Liguria fronte skinhead”, tale Alessandro Bettini, già noto alle cronache e alla giustizia per essere stato imputato a Roma nel processo contro gli Hammer-skinheads, poi finito in prescrizione. Secondo la Digos di Genova, nel 1999, Alessandro Bettini picchiava ogni giorno il padre disabile, insultandolo con orrende frasi da “forno crematorio” e maltrattava la madre: fatti che gli sono costati, ad opera del Gip Massimo Modella, un ordine di custodia cautelare per minacce di morte e maltrattamenti aggravati dalla crudeltà.

In tutto questo, oltre che essere seriamente preoccupati, siamo anche rammaricati dalle flebili parole che l’ANPI lombardo e nazionale regala alla grave situazione. Parole che non vanno oltre al semplice richiamo formale sulla carta stampata. Siamo certi che, come i principi della Dinamica esigono, per fermare un corpo occorre necessariamente imporre allo stesso una forza uguale (di potenza) ma contraria (di verso). Soltanto così, ed unitamente all’impegno delle scuole e con il sostegno della cultura, si potrà definitivamente debellare i residui di nazi-fascismo che ancora serpeggiano liberi.

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