venerdì 21 settembre 2012

Per non dimenticare: Eccidio di Fondotoce



L'eccidio del 20 giugno 1944 è uno dei più rappresentativi della lotta all'invasore nazista ed ai suoi cagnolini fascisti anche perché ben rappresentato dalla tristemente famosa fotografia scattata alle 43 persone in processione da Intra fino a Fondotoce, verso il plotone di esecuzione.
Il viaggio è fatto in autocarro. Ad ogni raggruppamento di case vengono fatti scendere e il corteo deve passare a piedi, in vista della popolazione recando il cartello: «Sono questi i liberatori d’Italia oppure sono i banditi?». Si giunge così a Fondotoce. Neanche il prete può accostarli; sono obbligati, per impedire eventuali fughe, a sdraiarsi per terra e tre alla volta passano sotto le raffiche del plotone d’esecuzione.
Sono partigiani arrestati durante il rastrellamento in Valgrande. Una trentina di loro arrivano il pomeriggio prima negli scantinati di Villa Caramora, a Intra, sede del comando tedesco. Ne è testimone il giudice di Verbania Emilio Liguori, anch’egli a Villa Caramora, arrestato il 19 nel suo ufficio perché sospettato di complicità con i partigiani.
Nel tardo pomeriggio il grosso dei prigionieri viene fatto uscire e preso in consegna dai militari tedeschi e italiani. Liguori e altri sono invece trattenuti e in serata trasferiti alle scuole femminili, usate come carcere. Nella loro cella, la notte tra il 20 e il 21, entra anche un partigiano riconosciuto il giorno prima a Villa Caramora. Si tratta di Frank Ellis che racconta a Liguori di essere stato prima trasportato con gli altri a Fondotoce per essere fucilato, ma poi inspiegabilmente riportato a Verbania con altri due partigiani.
Nei pressi del canale che congiunge il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore non muoiono tutti e quarantatrè i fucilati. Carlo Suzzi (lo vediamo nalla fotografia in primo piano con la maglia bianca) riesce miracolosamente a sopravvivere e, aiutato dalla gente del posto, si mette in salvo. Tornerà a combattere poi nella formazione Valdossola con il nome di battaglia “Quarantatrè”. La fucilazione dei partigiani vuol forse essere una vendetta per gli oltre quaranta fascisti del presidio di Fondotoce catturati, e non uccisi, dal capitano partigiano Muneghina il 30 maggio.



Per informazioni e visite a Fondo Toce:  http://www.casadellaresistenza.it/

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