Mestre - Tensione. Attivisti di Forza Nuova all'attacco
Agli
insulti e agli slogan razzisti dei militanti di Forza Nuova - “Noi in
piscina e voi tornate alla medina” - hanno risposto, donne musulmane e
no, con un applauso e un sorriso. Mattinata di tensione ieri
all’impianto sportivo del parco Bissuola protetto da oltre cinquanta tra
poliziotti e carabinieri per il secondo dei tre appuntamenti della
piscina in rosa - riservata alle sole donne - promossa dalle 9 alle
10.30 da Uisp, Comune e Nuotatori veneziani con l’obiettivo di
coinvolgere le donne musulmane. Poco dopo le 9 sono state 58 le donne,
di cui almeno un terzo musulmane, che hanno deciso di fare un tuffo e
sfidare le minacce dei neofascisti che avevano annunciato la volontà di
entrare, pure loro, in piscina. A difendere il progetto, realizzato
sull’esempio di quanto fatto a Torino, un gruppo di donne tra le quali
l’assessore Tiziana Agostini e alcuni esponenti di Sel, tra i quali il
coordinatore cittadino Federico Camporese e il deputato Giulio Marcon.
I militanti di Forza Nuova, in quaranta, sono arrivati alle 10 con una
dozzina d’auto al parcheggio di via Rielta. A capo del gruppo il leader
veneziano Sebastiano Sartori, e il leader veronese Luca Castellini.
Molti di loro sono scesi dalle auto con il casco in mano, pronti allo
scontro, ma sono stati fermati dai responsabili della polizia - il capo
della Digos, Ezio Gaetano, e il dirigente Eugenio Vomiero responsabile
dell’ordine pubblico - e prima di dirigersi verso la piscina hanno
quindi riposto i caschi nelle auto. Poi i neofascisti hanno cominciato
ad avanzare verso l’ingresso dell’impianto, ma sono stati fermati a una
cinquantina di metri dall’ingresso dove hanno cominciato a urlare slogan
contro l’iniziativa e i musulmani annunciando inoltre la loro
partecipazione al gay-pride organizzato in centro storico il 28 giugno e
minacciando quelli del centro sociale di Marghera, ieri assenti:
«Veniamo a prendervi al Rivolta».
Ci sono stati alcuni momenti di tensione con qualche spintone quando i
militanti neofascisti, arrivati in prevalenza da Treviso e Verona, hanno
cercato di oltrepassare lo sbarramento delle forze di polizia come
risposta ai militanti di Sel, che li invitavano a lasciare la città:
«Venezia è antifascista, andate via di qui».
E poi ancora quando un gruppo di donne è uscito dalla piscina. Mentre le
donne e molte altre persone applaudivano e gridavano «vergogna» gli
estremisti di destra le insultavano. Anche alcuni residenti nel
quartiere si sono affacciati alle finestre per protestare contro la
presenza di Forza Nuova. Verso le 11.30 i manifestanti sono tornati alle
loro auto e si sono allontanati dal parco. La Digos veneziana valuterà
nelle prossime ore se ci sono gli estremi per denunciarli per
manifestazione non autorizzata, come è molto probabile che avvenga.
Domenica prossima l’ultimo dei tre appuntamenti, per un progetto che da
settembre potrebbe diventare definitivo. «È un’iniziativa di
integrazione e confronto», spiega l’assessore Agostini anche «per quelle
donne che hanno subìto mutilazioni fisiche e che hanno pudore a
mostrarsi indistintamente al pubblico». Per Camporese (Sel) «la città ha
gli anticorpi per difendersi dai fascisti che arrivano da altre città».
Per il deputato Marcon «la parte migliore della giornata sono state le
donne, musulmane e no, uscite dalla piscina con il sorriso».
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